Ha aperto ieri, 21 marzo 2019, la mostra “Giacomo Balla. Dal Futurismo astratto al Futurismo iconico” presso il Palazzo Merulana di Roma, in cui viene messa in evidenza la ricerca di Balla verso un’evoluzione del Futurismo contaminato dalle suggestioni dell’immaginario cinematografico e pubblicitario contemporaneo.
L’esposizione s’incentra pertanto sull’opera Primo Carnera datata 1933, che immortala il l’asso del pugilato al tempo in cui era diventato campione del mondo, riempiendo i rotocalchi dell’epoca. L’opera in questione segna proprio il passaggio di stile del pittore torinese e rappresenta un momento cruciale nella produzione di Balla. Il quadro è dipinto su due lati: da una parte il soggetto rappresentato è Vaprofumo – dipinto nel 1926 – che è un tema tipicamente futurista proposto alla mostra personale che Balla tenne nel 1928 agli Amatori e Cultori di Roma e dall’altro lato – dipinto nel 1933 – figura invece il ritratto di Carnera.
Se Vaprofumo testimonia – attraverso forme e colori chiari nonché sagome “bucate” a mo’ di narici – il sistema giocoso sinestetico tipico della pittura di Balla di quel periodo, richiamando, in questo caso, quelle sensazioni olfattive che genera il profumo, Primo Carnera è la versione dipinta dell’immagine patinata restituita dai quotidiani del 1933 di una foto di Elio Luxardo, amico di Marinetti, scattata al pugile quando questi divenne campione del mondo. Per cercare di ritrovare, su una pittura, quell’effetto di “retinatura” tipico delle immagini dei giornali e rotocalchi, Balla ha applicato sul fondo del dipinto una rete metallica su cui ha poi diretto le pennellate di colore, sperimentando così tecniche che potessero portare la sua arte verso un’ “avanguardia di massa”, ossia un’arte che stimolasse l’interesse di massa come quello che stimola il cinema ed il mondo delle riviste patinate.
Oltre a quest’opera la mostra affianca altri dipinti futuristi di quegli anni, opere eseguite con la stessa tecnica a “retinatura”, fotografie di divi scattate da fotografi come Luxardo e Ghergo e riviste dell’epoca. È possibile visitare la mostra fino al 17 giugno 2019.
Maggiori informazioni sul sito Palazzo Merulana
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