Firenze si accinge ad omaggiare un’artista russa che fu una straordinaria figura femminile nel panorama dell’arte del Novecento. A Palazzo Strozzi infatti dal 28 settembre 2019 al 12 gennaio 2020 si terrà la grande retrospettiva su Natalia Goncharova, che ripercorre sia la sua vita controcorrente che la sua ricca produzione artistica.
La mostra intitolata “Natalia Goncharova. Una donna e le avanguardie, tra Gauguin, Matisse e Picasso” è concepita come un viaggio tra Mosca e Parigi, città diventate simbolo dell’artista, in cui le opere sono messe a confronto con quelle dei grandi maestri come Paul Gauguin, Henri Matisse, Pablo Picasso e Umberto Boccioni, suoi punti di riferimento.
Grazie al contributo del Tate Modern di Londra e alla collaborazione di Ateneum Art Museum di Helsinki, la rassegna, promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi, espone 130 opere, che in un percorso costruito ad hoc, evidenziano l’anticonformismo della pittrice che ha saputo coniugare tradizione e innovazione, Oriente e Occidente e sperimentare stili e generi differenti, passando dal Neoprimitivismo al Raggismo, dalla pittura alla grafica, al lavoro per il teatro.
Questo stesso anticonformismo ha mosso la pittrice – prima donna a farlo – ad esporre nel 1910, in Russia, dei nudi femminili, cosa che le ha arrecato la censura da parte del governo che le bloccò l’esposizione per offesa pubblica alla morale, affrontando per questo anche un processo dal quale ne uscì poi assolta.
Oggi a distanza di quasi 10 anni viene di nuovo censurata, stavolta però dai social. È di questi giorni infatti la polemica sorta dal fatto che Instagram ha bloccato il video promozionale della mostra, a quanto sembra per “immagini raffiguranti nudità e porzioni di pelle eccessive”. Incriminata è stata soprattutto l’opera intitolata “Modella”. Così come è successo l’anno scorso con Marina Abramovic, anche Natalia Goncharova resta vittima degli algoritmi che governano uno dei principali mezzi di comunicazione contemporanei!
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