Raffaello, Michelangelo e – viene subito da dire – Leonardo! Le tre grandi figure che hanno caratterizzato il cinquecento fiorentino ed italiano vanno un po’ a braccetto nell’immaginario collettivo. E forse questo è quello che ha pensato anche il museo degli Uffizi che ha deciso di dedicare degli spazi appositi per i tre artisti, gli uni di fronte agli altri. Il 4 giugno infatti ha inaugurato una sala espositiva dove sono state riposte quelle che si possono definire quasi le icone dell’arte di Raffaello e Michelangelo, mentre per il 9 luglio è prevista un’altrettanta sala per Leonardo, disposta proprio di fronte a questa. L’idea nasce dall’esigenza di dare una collocazione più organica e di lustro a questi tre artisti che hanno segnato un’epoca e la storia e alle loro opere più pregevoli, prima disseminate in vari sale degli uffizi secondo un diverso criterio di catalogazione o esigenze differenti.
Secondo piano, Sala n°41
La sala in questione – la 41 – è al secondo piano. Soprannominata “Sala delle Star” è totalmente rinnovata in colori e disposizioni. Qui le maggiori opere di Raffaello e Michelangelo si ritrovano accanto, disposte in modo da recuperare un dialogo storico-artistico tra questi due ingegni e Firenze, che lavorativamente li ha ospitati entrambi negli anni introno al 1504 – 1508. Il fermento artistico di quel tempo in cui Sanzio e Buonarroti erano protagonisti, si rinnova per esempio nella visione simbolica del famoso Tondo Doni di Michelangelo che primeggia nella sala stagliato su pareti di un elegante grigio chiaro, accanto ai ritratti dei coniugi Doni (committenti dell’opera) realizzati da Raffaello in quello stesso periodo – da una parte – e ad una testa marmorea di Alessandro Magno morente che pare sia servita all’artista come modello per la Madonna ritratta nel Tondo – dall’altra. Anche alcune opere di Fra Bartolomeo, amico stretto di Raffaello e colui che lo ho influenzato in quel periodo, trovano qui posto e continuità con l’artista ed il progetto.
Scambi tra Uffizi e Palazzo Pitti
La creazione di questa sala è frutto di spostamenti e scambi con Palazzo Pitti che dona delle opere e ne guadagna altre, o meglio riguadagna, visto che molte sono restituzioni di prestiti fatti intorno agli anni 50 del ‘900. Il nuovo flusso di scambi però stavolta permette a Palazzo Pitti di arricchire la sua Galleria Palatina, ridefinendo in particolar modo la destinazione della Sala di Saturno che, già caratterizzata da un consistente nucleo raffaellesco, si rimpingua ancora delle opere del Sanzio, diventando quasi una sorta di mostra permanente dei dipinti del grande artista.
L’ironia dal web e gli aspetti pratici
Le opere della nuova sala degli Uffizi sono inoltre posizionate in nicchie ricavate nelle pareti o riposte in teche vetrate, scelta non sempre gradita dal pubblico che sui social si è scatenato ironizzando soprattutto sulla collocazione del Tondo Doni: quasi centrifugato in lavatrice o a mo’ bersaglio da tiro, ecc. In realtà la scelta sembra non sia dovuta solo a fattori estetici ma anche ad aspetti tecnici. Difatti le teche permettono di vedere l’opera da vicino senza incorrere in danneggiamenti; all’interno di esse è stabilita una condizione climatica che dà un ideale stato di conservazione e poi le strutture sono dotate di dispositivi antisismici, accorgimenti già utilizzati per Botticelli, Leonardo e Caravaggio.
Resta da dire che ad ironia ha risposto ironia: il direttore Eike D. Schmidt ha difatti rilanciato sui social, sfidando la creatività degli utenti con altre possibili rivisitazioni. Inutile dire che se ne sono viste delle belle!
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