E’ in corso al Museo Plart di Napoli la mostra “BRUNO MUNARI. I colori della luce” realizzata dalla Fondazione Plart in collaborazione con la Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee, nell’ambito dell’edizione 2018 di Progetto XXI, la piattaforma che esplora la produzione artistica emergente e che analizza l’eredità delle pratiche artistiche che più hanno influenzato gli ultimi decenni, specie nel rapporto fra arte, architettura e design.
In quest’ottica nasce la mostra dedicata al designer e scrittore milanese che fu uno dei massimi protagonisti dell’arte programmata e cinetica.
Bruno Munari ha intessuto la sua arte di ricerca e sperimentazione. Nella sua esplorazione sull’uso della luce come mezzo pittorico, giunge, nel 1950, alla realizzazione di composizioni intitolate Proiezioni Dirette, formate da materiali organici, pellicole trasparenti e colorate in plastica, pittura, retini, fili di cotone fermati fra due vetrini. Questi piccoli collage, proiettati al chiuso e all’aperto o sulle facciate di edifici, permettevano un nuovo concetto di spazialità dell’opera, tridimensionale e pervasiva, confluendo nella “pittura proiettata”. Sua evoluzione saranno le Proiezioni Polarizzate, frutto di un’ulteriore sperimentazione con l’uso della Polaroid che compie l’utopia futurista di una pittura dinamica e in continuo divenire. Questi continui risultati hanno indubbiamente inciso sugli sviluppi successivi dell‘Arte cinetica in Francia e dell’Arte programmata in Italia, anticipando anche, in forma embrionale, quelle che sono le video-installazioni multimediali di oggi e le più recenti metodologie e linee di ricerca dell’arte interattiva, come il Mapping e la Kinect-Art.
La mostra visitabile fino al 20 marzo 2019 punta la sua attenzione proprio sulle le Proiezioni a luce fissa e le Proiezioni a luce polarizzata realizzate negli anni ‘50 del secolo scorso, in esposizione dopo un accurato lavoro scientifico di digitalizzazione dei vetrini condotto dalla Fondazione Plart. Il lavoro di digitalizzazione è stato necessario per garantire lo stato di conservazione delle opere e per portare alla conoscenza del pubblico un particolare aspetto del lavoro di Munari rimasto sconosciuto. Il percorso espositivo è anche arricchito da alcune opere della ricerca in senso ambientale dell’opera condotta dall’artista già negli anni Trenta e Quaranta.
Maggiori informazioni sul sito di Fondazione Donnaregina
Lascia un commento