“Le strade di Buenos Aires/ormai sono le mie viscere. Non le avide strade/scomode di folla e di strapazzo, ma/le strade indolenti del quartiere/quasi invisibili, poiché abituali”. Comincia con le parole di Jorge Luis Borges, cristallizzate nel “Fervore di Buenos Aires” (1923), un viaggio in compagnia di uno dei più grandi scrittori del Novecento nei labirinti della capitale dell’Argentina. Un percorso culturale attraverso le strade, le case e le cose che Borges ha abitato e che sono raccontate nel libro di Stefano Gallerani “A Buenos Aires con Borges. Le case, le strade, le cose”, edito da Giulio Perrone.
Borges ha profondamente amato la sua città, tanto da riuscire a suggerire anche l’ora ideale per visitarla…
Ma Buenos Aires è anche una città creata dalla mente di Borges, che la guarda sempre con lenti diverse in un caleidoscopio di emozioni e colori… Rileggere e rivedere gli angoli più nascosti della sua città sarà un’attività alla quale Borges dedicherà molte energie dopo il suo ritorno dall’Europa quando, nel 1921, sarà accolto da una Buenos Aires in pieno cambiamento e in forte espansione.
Emozionato, la riscoprirà e la descriverà utilizzando espedienti narrativi percorsi da una vena ironica e fantastica. Gli anni dell’infanzia erano stati vissuti da Borges nel quartiere Palermo in una tipica grande casa a due piani che sarà spesso descritta nei suoi libri. Un’infanzia fatta di letture e di studio all’interno della grande biblioteca del padre e di mancata conoscenza della sua città…
Chi ama Borges e visiterà Buenos Aires potrà allora passeggiare nei quartieri Palermo o Almagro e comprendere fino in fondo le sue riflessioni filosofiche sul senso della vita, sul tempo e sull’eternità contenuta in un attimo, ma soprattutto sul perché un viaggio può essere nello stesso tempo conquista e perdita dal momento che – dopo tutto e nonostante tutto – alla fine “è nostro solo ciò che abbiamo perduto”.
Articolo completo sulla rivista IconArt Magazine n° 09
Lascia un commento