… Yayoi Kusama è forse la più famosa artista vivente. Dal 24 settembre al 7 febbraio, a renderle omaggio sarà anche il prestigioso Ica di Boston: “Love is calling” e “Beyond Infinity: Contemporary Art After Kusama”, sono i titoli delle esposizioni dedicate a quelle ossessioni che hanno reso Kusama una star indiscussa dell’arte contemporanea.
“Love is calling” prende il nome dall’omonima opera realizzata nel 2013, di recente acquisita dal museo. Una Infinity Mirror Room, fatta di specchi e sculture gonfiabili e tentacolari ricoperte di pois, che racconta la psichedelia e le sue perversioni. Dall’intreccio tra pop e minimalismo nasce un interessante discorso sul tema dello spazio infinito, dilatato, replicabile. I visitatori saranno chiamati ad entrare nell’installazione e a perdersi in un caleidoscopio di forme, mentre una voce narrante – che è quella della stessa Kusama – reciterà un poema che è un inno all’amore e alle potenzialità dell’arte, nel dualismo tra la vita e la morte.
“Beyond Infinity”, invece, si presenta come una sorta di retrospettiva, per consentire agli spettatori di immergersi nella poetica dell’artista dell’accumulazione. In vetrina ci saranno una quindicina di opere realizzate dagli anni Cinquanta a oggi, che spaziano dalla pittura alla scultura, dal cinema alla fotografia. Tre le aree tematiche in cui può virtualmente essere letto e diviso il percorso: la ripetizione, l’io e la dimensione caleidoscopica…
Se l’Ica di Boston sceglie di puntare su una delle più celebri Infinity Mirror Room (la prima risale al 1965: si trattava di un campo di falli in cui i visitatori erano invitati a immergersi), il gallerista David Zwirner, dal 9 novembre al 14 dicembre, presenterà, presso gli spazi della sua galleria newyorchese una stanza nuova di zecca che si prepara a registrare l’invasione dei suoi ammiratori: basti ricordare che al Hirshhorn Museum and Sculpture Garden di Washington, i visitatori si sono sottoposti a file interminabili per farsi rapire da una mostra sui settant’anni di carriera dell’artista. A marzo di quest’anno le è stato dedicato un documentario biografico, Kusama – Infinity, diretto da Heather Lenz…
Nel caso di Kusama l’ossessione si è trasformata in prodotto artistico, ma anche in profonda riflessione filosofica sul senso del tempo e sul tentativo dell’uomo di dilatarlo in un continuo gioco di specchi e di rimandi, di citazioni e sogni, di paure e allucinazioni, probabilmente con il fine di esorcizzare il negativo che affonda lontano le proprie radici e di coprirlo di colori shock e forme mai scontate. Quelle dell’Ica di Boston non saranno pertanto semplici mostre, ma veri viaggi onirici all’interno del sé di una donna piena di inquietudini, sfaccettature, irrisolti e, soprattutto, di visionaria creatività.
Articolo completo sulla rivista IconArt Magazine n° 09
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