Quando Michelangelo stava scolpendo il David, si accingeva a compiere un’opera complicata, per una committenza prestigiosa, già iniziata da altri scultori ma presto abbandonata. Cominciò a lavorare su un marmo di scarsa qualità, già sbozzato precedentemente da altri e ci mise tutta l’ostinazione e la tenacia che lo contraddistingueva. E in fondo ci aveva visto giusto! Il suo David è considerato oggi l’emblema del Rinascimento italiano, capolavoro di fama mondiale ed ideale assoluto di proporzioni e bellezza maschile nell’arte. Naturalmente già a suo tempo le aspettative erano alte: i committenti erano i consoli dell’Arte della Lana, un’importante corporazione di lavoratori dell’epoca, e gli Operai del Duomo di Firenze, un’istituzione nata per provvedere alla costruzione della cattedrale di Santa Maria del Fiore. Pertanto pare che Michelangelo abbia impegnato tutto il suo tempo nella realizzazione di quell’opera. Eppure intorno a quegli anni – tra il 1501 e il 1504 – si colloca anche un’altra opera di Michelangelo, unica commissione estera che l’artista accettò. E’ la Madonna con Bambino, più conosciuta come Madonna di Bruges. Sembra che nonostante il grande impegno per il David, Michelangelo avesse avuto una commissione piuttosto interessante da parte dei fiamminghi Mouscron, dei ricchi mercanti di tessuti che avevano rapporti con Firenze. A quell’epoca Bruges era un importante centro commerciale. I Medici avevano addirittura aperto una filiale del loro banco in città e i Mouscron avevano rapporti con diversi fiorentini, tra cui Jacopo Galli, banchiere e amante dell’arte. Molto probabilmente, nota la grande maestria di Michelangelo, fu lui a suggerire a questi di rivolgersi all’artista per la statua che doveva adornare la loro cappella di famiglia e per la quale offrirono un lauto compenso. Forse fu proprio il fattore economico a fare da leva su Michelangelo affinché accettasse l’incarico, che fu, pertanto, condotto in gran segreto per non dare adito a voci sulla sua possibile trascuratezza di un’opera così importante come il David. Come si evince dalle storie dei biografi come Vasari, ci sono molte incongruenze sui dettagli di quest’opera, il che fa pensare che nemmeno loro l’abbiano vista. Vasari addirittura parla di tondo e non di statua, altri di bronzo e non di marmo.
Quella diversa iconografia che tradisce un presagio
Un alone di mistero tinge quest’opera che risulta essere iconograficamente davvero suggestiva. Ha una pienezza di sentimenti segnati nel marmo da essere davvero una perla che solo un grande artista come Michelangelo poteva lasciarci. Diversamente dalle altre madonne che conosciamo, eseguite dall’artista, questa differisce nella posa e negli sguardi. La madonna guarda avanti con uno sguardo quasi perso nel vuoto. Gesù non è stretto in braccio o in grembo, è in piedi con i piedini sporti in avanti quasi a voler camminare da solo e lo sguardo rivolto a terra. La madonna in mano ha la Bibbia e questo particolare forse è ciò che può chiarirci la cupezza del suo volto: già sa quale sia il destino che attende il figlio, non può cambiarlo e la sua consapevole mestizia è dipinta tutta in quello sguardo. Ma c’è ancora un altro dettaglio che rapisce, è quel legame tra madre e figlio raccordato nelle due mani che si tengono strette l’una all’altra e nella posa dell’altra mano del bambino che affonda nei panneggi, quasi a volersi stringere nelle vesti della madre. La “carnalità” poi del marmo mista a tanta espressività davvero sconvolge alla vista!
Dalle Fiandre alle… Fiandre!
Se oggi possiamo tranquillamente osservare la Madonna con Bambino nella navata laterale della chiesa di Nostra Signora a Bruges, le vicende storiche legate a questo capolavoro sono state di gran lunga travagliate. Appena partita in gran segreto dal porto di Livorno, ai tempi di Michelangelo, fu portata nelle Fiandre e collocata nella cappella della famiglia Mouscron come da committenza. Durante il periodo napoleonico fu presa dai Francesi e portata a Parigi dove rimase fino al 1815, quando fu restituita al Belgio. Di nuovo, durante la seconda guerra mondiale fu vittima delle razzie dei nazisti durante la loro ritirata. Da quel momento se ne persero le tracce fino a quando non fu ritrovata in una miniera austriaca dall’associazione Monuments Fine Arts and Archives, archeologi, critici, restauratori di diverse nazioni che operarono per il ritrovamento delle opere d’arte trafugate dai tedeschi. In quella miniera, insieme alla Madonna di Bruges, furono rinvenute ben 6500 opere ed oggetti preziosi, portate via da tutta Europa.