Cultura

Augustus, il videogioco per scoprire le bellezze della Sicilia

Settembre 8, 2021 by Lascia un commento

Il disegno, la poesia, il gioco sono da sempre mezzi di comunicazione di grande impatto capaci di coinvolgere le masse, informando e ponendo alla conoscenza con semplicità. È un concetto ormai ben collaudato: cambiano i tempi e le modalità ma non l’efficacia! E forse proprio con questa idea nasce il progetto di edutainment “Augustus”, un modo per incrementare la conoscenza dei principali luoghi di cultura e d’arte della Sicilia con la modalità ludica.

Augustus è infatti un videogioco realizzato dalla regione Sicilia in collaborazione con enti ed istituzioni culturali che si basa sulla tecnologia della realtà aumentata. Un’app che ha come protagonista e guida l’imperatore Augusto, personaggio che dà appunto nome al gioco e che accompagnerà il giocatore alla scoperta del patrimonio artistico siciliano attraverso un percorso di avventura e logica.

Il gioco infatti è un’esplorazione di luoghi appartenenti a epoche diverse di influenza greco-romana quali il Parco Archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento, il Parco Archeologico di Naxos-Taormina, il Parco Archeologico di Morgantina e della Villa Romana del Casale – Piazza Armerina e il Complesso monumentale di Santa Caterina d’Alessandria, su richiesta dell’imperatore che in quanto amante dell’arte vuole un aiuto per arricchire la sua collezione. Superando sfide, enigmi e quiz su avvenimenti storici, i giocatori potranno vincere statue, quadri e manufatti artistici fino a completamento del gioco… e approfondire la conoscenza delle bellezze storiche della Sicilia, stimolando magari anche la voglia di vedere i luoghi del gioco dal vivo.

Ritorna La Grande Arte al Cinema. I nuovi titoli tra ottobre e novembre.

Settembre 7, 2021 by Lascia un commento

Anche per questa stagione autunnale il cinema non manca di dare appuntamento all’arte con il progetto La Grande Arte al Cinema di Nexo Digital che si rinnova anche per il 2021. 3 sono le grandi attese, tra ottobre e novembre.

Primo titolo ha come protagonista la Serenissima in “Venezia. Infinita avanguardia”, film in 3D che racconta la città in una continuità tra passato, presente e futuro attraverso un viaggio nel patrimonio artistico di Venezia attraverso le epoche e due figure, che sono due diversi punti di vista, raccordati dalla voce narrante di Lella Costa. La prima figura è l’attore di teatro Carlo Cecchi che è memoria storica della città, la seconda è la giovane pianista polacca Hania Rani che dalle bellezze di Venezia si lascia affascinare e ispirare. Il film che celebra i 1600 anni dalla fondazione leggendaria della città lagunare è in programma per l’11, 12 e 13 ottobre.

È poi la volta di “Napoleone. Nel mondo dell’arte”, un docu-film che vuole indagare la figura di Napoleone sotto l’aspetto di cultore dell’arte e del sapere, tanto da essere stato personaggio di svolta per l’affermazione della cultura moderna in Europa con l’istituzione di scuole, biblioteche e musei pubblici, la fondazione dell’egittologia, la scoperta di aree archeologiche e di opere d’arte spesso bottino di guerra, ecc. La storia così narrata parte da Milano, città scelta come capitale del Regno d’Italia da Napoleone istituito e luogo che ha accolto la cerimonia d’incoronazione come imperatore, di cui si ascolteranno per la prima volta le musiche conservate nell’archivio del Conservatorio e si parteciperà al restauro del mantello indossato per quell’occasione. Il docu-film, previsto per l’8, 9 e 10 novembre, è un omaggio ai 200 anni dalla morte di Napoleone.

Ultima programmazione è per “Pompei. Eros e mito”, un film che rende ancora più misteriosa e affascinante la città attraverso un racconto che passa per i miti e le leggende sepolte sotto l’antica cenere che hanno contribuito non solo a formare la società del tempo ma anche ad influenzare nei secoli l’arte di maestri contemporanei. Il mito di Bacco e Arianna, la storia di Leda e il Cigno, le lotte dei gladiatori e la ricerca dell’immortalità di Poppea Sabia, tutto è narrato con la voce importante di Isabella Rossellini. “Pompei. Eros e mito” che onora la grandezza del Parco Archeologico sarà al cinema il 29 e 30 novembre e il 1 dicembre.

Storie dell’arte: l’artista Eugène Delacroix in 5 punti

Agosto 5, 2021 by Lascia un commento

Il 13 agosto 1863 moriva Eugène Delacroix, artista romantico autore di uno dei capolavori passati alla storia come l’immagine degli ideali rivoluzionari. Maestro del colore, ha dipinto opere con temi politici e d’attualità, esotici, mitologici, carichi di pathos e tensione drammatica. Ricordiamolo in 5 punti, tra arte e curiosità…

Appartenente ad una famiglia altoborghese, Delacroix coltiva il suo talento artistico studiando i capolavori del Louvre, rimanendo particolarmente affascinato dai maestri del ‘500 e del ‘600
Nel 1815 incontra Théodore Géricault, artista di cui condivide lo stile e da cui prende a prestito l’uso che fa dei colori, dei contrasti e della luce
A 24 anni, esordisce al Salon con l’opera “La barca di Dante”, un dipinto innovativo nel soggetto scelto, percorso da forti contrasti di luce e ombra e dall’inquietudine dei corpi in movimento che suscita grande scalpore e che viene acquistato dalla Stato francese. Ad oggi è custodito al Louvre.
L’opera che lo rende noto alla critica e al pubblico è “La libertà che guida il popolo” del 1830. Da questo momento, dopo un viaggio in nord Africa che dirige il suo gusto verso l’esotico e i colori più mediterranei, riceve importanti commissioni pubbliche e onorificenze.
La sua produzione è molto prolifica divisa tra disegni, dipinti, litografie, incisioni e anche ritratti di personaggi di spicco tra cui poeti, artisti e musicisti, mentre la sua vita è particolarmente solitaria, con pochi amici intimi, spesso artisti del tempo.

Al Castello del Buonconsiglio di Trento le notti estive sono all’insegna del cinema sull’arte femminile

Luglio 28, 2021 by Lascia un commento

Da oggi 28 luglio 2021 parte la terza edizione di Cinema all’aperto al Castello del Buonconsiglio, un appuntamento che fa, del monumentale castello trentino, teatro di arte e cinema, celebrando quest’anno le figure di donne pittrici che hanno fatto la storia.

Tutti i mercoledì infatti fino al 25 agosto verranno trasmessi, sotto il cielo delle notti estive trentine, 5 film tematici a cui il pubblico può assistere gratuitamente, previa prenotazione.

La scelta dei film è in linea con il programma del castello che attualmente sta ospitando una mostra su Fede Galizia, altra pittrice seicentesca, dai natali trentini, che si è distinta accanto a figure come Sofonisba e Artemisia Gentileschi.

Ad aprire la rassegna è il film proprio sulla pittrice caravaggesca, simbolo di indipendenza e coraggio femminile, per la sua caparbietà e difesa della sua identità di pittrice. Il film “Artemisia Gentileschi. Pittrice guerriera” è un documentario sulla vita e le opere della Gentileschi diretto da Jordan River, in programma per stasera (28 luglio).

Seguirà il 4 agosto il film “Ritratto della giovane in fiamme” di Céline Sciamma, incentrato sulla figura di una pittrice nella Francia del ‘700 attraverso la quale viene indagata la condizione femminile del tempo.

In programma per l’11 agosto è invece “The Danish Girl”, film di Tom Hooper tratto dal romanzo di David Ebershoff e ispirato alle vite delle due pittrici danesi Gerda Wegener e Lili Elbe, quest’ultima biologicamente nata uomo e sottopostasi ad intervento di riassegnazione sessuale.

Il 18 agosto è la volta di “Séraphine” di Martin Provost, che tratta la vita della pittrice naïf Séraphine Louis, umile governante con uno spiccato talento artistico che le permetterà di diventare una delle esponenti più rappresentative della corrente naïf.

Ultima proiezione (il 25 agosto) è per “Big Eyes“, film di Tim Burton, anch’esso tratto dalla storia vera del pittore Walter Keane famoso per le sue figure dai grandi occhi, che in realtà erano realizzate della moglie.

Il porto di Liverpool eliminato dalla Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO

Luglio 22, 2021 by Lascia un commento

Anche quest’anno il Comitato del Patrimonio Mondiale UNESCO si è riunito per aggiornare la lista dei siti che sono reputati di patrimonio da tutelare e salvaguardare per il loro valore naturalistico, culturale o di paesaggio culturale. Un prestigio e un onore per le nazioni… Ma se nella lista principalmente si “include” non è escluso che si “estrometta”.

È cosa rara nella storia della Lista del Patrimonio UNESCO, infatti erano stati solo due i siti eliminati nel tempo, ossia il Santuario dell’Orice d’Arabia nel 2007 e la Valle dell’Elba a Dresda, in Germania nel 2009. Ieri 21 luglio 2021, però chiuso nella 44esima sessione del World Heritage Committee in corso in Cina fino a fine luglio, il comitato ha votato la perdita dello status di patrimonio UNESCO al porto di Liverpool, che quindi diventa il terzo sito nella storia dei siti UNESCO ad essere cancellato.

La motivazione della cancellazione è data dall’opera di riqualificazione delle aree portuali che ha visto l’edificazione di un complesso di edifici moderni, tra cui anche grattacieli, e del nuovo stadio di calcio. Secondo i membri del comitato lo sviluppo urbanistico non ha tenuto conto delle caratteristiche del sito che fu principale porto britannico tra il XVIII e il XIX secolo e modello avanguardistico nella gestione della moderna tecnologia portuale, trasformando così il luogo, tanto da fargli perdere il suo carattere di autenticità, valsogli lo status di patrimonio mondiale.

La cancellazione arriva dopo una serie di avvertimenti che lo ponevano nell’elenco dei possibili siti UNESCO da rimuovere già dal 2012. A quanto pare comunque non è l’unico Patrimonio Mondiale a rischio eliminazione. In lizza sembra esserci anche la Selous Game Reserve in Tanzania, mentre non mancano i primi avvertimenti anche per Venezia, il cui paesaggio è messo a repentaglio dal turismo e dall’impatto delle grandi navi da crociera che hanno ricominciato a solcare la laguna.

“Musica Leggerissima” di Colapesce e Dimartino ha l’arte in copertina!

Luglio 21, 2021 by Lascia un commento

Canticchiata, ballata, fischiettata da Sanremo in poi, la canzone “Musica Leggerissima” del duo Colapesce, Dimartino è diventata un motivetto popolare che non si stacca di dosso e che si lascia facilmente apprezzare, tanto da essere giunta al suo quarto disco di platino.

Ma un altro motivo di apprezzamento sta nel fatto che il suo 45 giri è espressione delle arti che si coniugano e dialogano tra loro, aprendo alla cultura, alla conoscenza, alla scoperta. Difatti stesso gli autori in occasione della presenza al Flower Festival di Torino hanno annunciato, nei loro post, l’uscita di una versione limitatissima, di sole 300 copie numerate a mano, del vinile di “Musica leggerissima” che riprende in copertina due opere custodite nel Museo Nazionale del Risorgimento Italiano con sede proprio a Torino. Questo museo che è il più grande spazio espositivo della storia del Risorgimento italiano, conserva oggetti, documenti e opere d’arte che ripercorrono l’unità d’Italia partendo dalla Rivoluzione Francese, passando per l’epoca napoleonica, la Restaurazione, i moti del ‘20 e del ‘30, le rivoluzioni del ’48, la spedizione dei Mille, fino ad arrivare al Regno d’Italia e la presa di Roma.

Sulla copertina e sul retro sono riportati due dipinti a tempera su carta di Giuseppe Pietro Bagetti. Artista torinese, pittore, architetto e vedutista, Bagetti è noto soprattutto per i suoi paesaggi descritti con minuzia e precisione da apparire come racconti di vita quotidiana. Collaborando con l’armata francese durante la campagna napoleonica in Italia, il pittore ha lasciato una serie di vedute che narrano le battaglie di Napoleone.

Proprio in queste trovano riferimento le immagini della doppia copertina realizzata dall’artista Fontanesi. Si tratta di “Passaggio del Gran San Bernardo”, realizzato nel agli inizi dell’Ottocento, e “Napoleone guida l’attacco al ponte di Arcole” di fine Settecento.

I riferimenti culturali continuano anche nell’omaggio a Battiato di cui è stata realizzata la cover di “Povera Patria” contenuta nel lato B del vinile.

Milano progetta la prima statua pubblica dedicata ad una donna illustre: Margherita Hack

Luglio 19, 2021 by Lascia un commento

Dopo averla richiesta e dopo razionalizzato la mancanza ad oggi, che siamo nel XXI secolo, di un riconoscimento come monumento in suolo pubblico ad una delle tante donne italiane che hanno ottenuto un prestigio planetario, finalmente la proposta si concretizza.

Nell’occasione del centenario della nascita dell’eminente astrofisica Margherita Hack, nella primavera del 2022 Milano avrà la sua prima statua pubblica dedicata ad una donna che ha fatto la storia.

Anticipata dall’installazione di una scultura dell’ artista milanese Rachele Bianchi, rappresentante il simbolo della forza e della virtù femminile concentrata in un blocco di bronzo che prende la forma di una donna avvolta in una tunica, il monumento alla Hack cerca di aprire la strada alla “risoluzione” di quel mortificante gap che vede 121 monumenti pubblici in città destinati alla memoria di uomini valenti a fronte di zero per altrettante donne. Questo divario ha mosso – anche se solo adesso – l’amministrazione comunale a porre l’esigenza di una svolta che sia punto di partenza e modello in generale per il Paese.

L’iniziativa è stata promossa in collaborazione con comune di Milano, Fondazione Deloitte e Casa Degli Artisti che procederanno ad una selezione di artiste a cui affidare l’incarico. Il progetto selezionato da una giuria di esperti verrà realizzato in autunno grazie al supporto della Casa degli Artisti che seguirà la vincitrice fino alla messa in posa della scultura che poi sarà donata al comune e curata nella manutenzione dalla Fondazione.

La scelta nel confronti della scienziata fiorentina vuole essere un riconoscimento ad una grande pioniera nel proprio campo e pensatrice indipendente ma anche un monito e un modello visibile per tutte le nuove generazioni e in particolare per le donne che si muovono nell’ambito delle scienze tecnologie economia e matematica (STEM) e che ad oggi restano ancora poche.

Madrid intitola una piazza a Raffaella Carrà

Luglio 15, 2021 by Lascia un commento

A poco più di una settimana dalla scomparsa di Raffaella Carrà, non tardano proposte e conferme per onorare la sua memoria nel tempo, che arrivano non solo dall’Italia ma anche dalla Spagna, terra legata alla presentatrice italiana da reciproco affetto.

Infatti è recente la notizia dell’approvazione da parte di tutti i partiti ad eccezione di Vox che si è astenuto, di una proposta avanzata pochi giorni fa dal partito dell’opposizione spagnola Mas Madrid di voler intitolare una piazza a Raffaella Carrà.

La presentatrice, cantante, ballerina e showgirl italiana conosciuta e apprezzata ovunque è stata sempre considerata un simbolo di libertà per tutte le generazioni. A Madrid, dove lei stessa diceva di sentirsi libera nel godersi la vita che si respira tra le strade e le piazze della città spagnola, si è sempre molto avvertito il peso sociale che la Carrà aveva in merito alle libertà di genere. Come ha ricordato l’assessore Jorge García Castaño, la Carrà è stata una delle prime figure pubbliche, di riferimento nel campo della musica e nella tv, a parlare di libertà sessuale. È diventata un’icona per la Spagna e per Madrid stessa, tanto che durante il World Gay Icon al World Pride tenutosi nella capitale spagnola nel 2017 è stata eletta regina del Pride.

Per tali motivazioni, intitolarle una piazza è stata quasi visto come un atto dovuto alla sua figura. La piazza inoltre è già stata individuata: è una piazzetta collocata in zona centrale, in calle Fuencarral, al momento ancora sprovvista di nome.

Per quanto riguarda invece l’Italia sembra che si stia avanzando l’ipotesi di intitolare alla Carrà l’Auditorium Rai del Foro Italico, un tempo studio in cui si svolgeva il programma icona della presentatrice “Carràmba! Che sorpresa” e luogo dove ha sostato il corteo funebre durante i funerali della Raffa nazionale.

Scoperta archeologica: la tomba diecimila del fanciullo guerriero

Luglio 13, 2021 by Lascia un commento

La storia ci parla tutti i giorni. I segni del passato emergono dalla terra testimoniando le grandi civiltà che hanno attraversato i tempi e contribuito a scrivere la nostra di storia.

È di recente interesse da parte di studiosi, il ritrovamento di una sepoltura etrusca nell’area di Pontecagnano, in provincia di Salerno, dove risiede un sito archeologico che documenta gli insediamenti antichi della zona, caratterizzati in maggior parte da reperti di necropoli etrusche presenti in loco.

Il museo infatti, annoverato da Alberto Angela tra “i piccoli gioielli del nostro patrimonio”, custodisce rinvenimenti da un antico insediamento villanoviano, risalente all’età del Ferro e corrispondente alla fase più antica della civiltà etrusca.

I reperti sono venuti lentamente alla luce in seguito agli scavi preventivi, iniziati negli anni ’60, del piano edilizio che ha interessato la città di Pontecagnano, facendo emergere una vera e propria ampia necropoli sorta intorno alla fine del V sec. a.C. e frequentata fino all’arrivo dei Romani e alla costituzione della città di Picentia.

Anche quest’ultima scoperta rientra in questo continuo e attento lavoro di sovrintendenza, costituendo un’importante tappa negli studi sia per il numero raggiunto di diecimila tombe rinvenute sia per la precisa documentazione che restituisce il costume funerario dell’epoca con riferimenti anche alle differenze per status sociale, età e sesso del defunto. Dal corredo e dalle caratteristiche della tomba, la sepoltura infatti sembrerebbe appartenere ad un adolescente, come mostra la lunghezza dello scheletro e delle ossa e gli oggetti di accompagnamento del defunto nell’Aldilà: un cinturone in bronzo da guerriero sannita, simbolo di status, e una coppa da vino; manca invece l’arma, simbolo specifico dell’uomo adulto. La tomba poi è a cassa, una tipologia molto frequente nella necropoli, realizzata in tufo grigio probabilmente d’importazione, invece che in travertino che è la pietra locale, e ricercata nella lavorazione sia della cassa che della copertura. Lo stato di conservazione dello scheletro è buono negli arti inferiori ma presenta danneggiamenti nella parte superiore, probabilmente a causa di presenze di animali e di radici che scavano il terreno.

Dylan Dog in edizione speciale: la serie ispirata alle canzoni di Vasco Rossi

Luglio 5, 2021 by Lascia un commento

Pubblicazione straordinaria per la Bonelli editore che segna l’estate a fumetti con 3 uscite speciali di Dylan Dog rette dal sodalizio tra l’Indagatore dell’Incubo e Il Blasco nazionale. Per festeggiare gli 80 anni della casa editrice e nell’attesa delle nuove date del tour del rocker di Zocca, è stata pensata quest’iniziativa con una nuova serie di fumetti scritta ed illustrata su 3 dei grandi successi di Vasco Rossi: “Sally”, “Albachiara” ,“Jenny”.

Non è nuova la mescolanza di musica o cinema nelle storie di Dylan Dog ma stavolta la narrazione è specifica: s’ispira al contenuto espressivo e emotivo dei testi di Vasco attraverso le inquietudine delle protagoniste.

La prima uscita è “Sally”, in edicola dal 30 giugno 2021. La donna viene interpretata secondo le emozioni che ha suscitato alle sceneggiatrici il testo della canzone. Sally è una donna disperata che non prova più nulla. È emotivamente morta e in cerca di aiuto tra le strade di Londra, dove Dylan Dog sarà nuovamente alle prese di un incubo da sventare, in una storia di amore e ossessione, lontano però da lupi mannari e zombie, ma non senza scene da pulp horror.

Le altre uscite sono previste per luglio e agosto.

La trilogia ispirata a Vasco sarà caratterizzata da un numero di pagine differente dove sono inclusi i testi delle canzoni a cui le storie fanno riferimento, pagine di intervista a Vasco Rossi e approfondimenti.

Nella prima uscita si ritrova anche un scritto i Tiziano Sclavi.

Inoltre le pubblicazioni avranno una doppia copertina, una delle quali è una cover da collezione che riporta l’incontro tra Dylan Dog e Vasco Rossi, unico riferimento al rocker all’interno del fumetto.