Si sente tanto parlare di digital art, ma sappiamo realmente cosa è? Di sicuro siamo a conoscenza che un digital artist ha come “pennello” il suo computer. Sì, perché la digital art genera opere elaborando le immagini in digitale. Può attingere a diversi campi dell’arte, partire da una foto o completamente da zero usando lo schermo del pc come una tela, ma soprattutto può interagire con ambienti diversi, spingersi fino a simulazioni di realtà virtuale, inglobare movimenti e suoni.
Una nuova rivoluzione nell’arte
La digital art muove i suoi passi negli anni ’50 anche se possiamo dire che è dagli ‘80 in poi che si diffonde maggiormente. Nasce dalla sperimentazione di due matematici e programmatori, l’americano Ben Laposky ed il tedesco Manfred Frank, amanti dell’arte, che rielaborano concetti attinti dal costruttivismo e dal razionalismo della Bauhaus. Passa per l’Optical Art e la sua indagine sull’illusione bidimensionale e per la Mail art degli anni ‘60/’70 che univa utenti da tutto il mondo in una rete di legami virtuali mediati dall’invio di mail. Giunge poi alla Pixel art degli anni ’80 e da lì, le sue tante evoluzioni e sperimentazioni.
Per quanto sia un’arte che permette di esplorare nuovi orizzonti di percezione e di visione, la digital art è ancora spesso sottovalutata come arte, forse perché la “tecnica” del computer la rende riduttiva – nell’immaginario comune – rispetto all’arte del passato. In realtà ciò che manca forse è l’apertura ad una nuova coscienza del mezzo e ai cambiamenti in atto, riguardo i nuovi scenari che si aprono ai nostri occhi. E’ un’altra rivoluzione nel campo dell’arte dove sia l’artista che il fruitore devono interiorizzare una nuova ideologia della realtà aumentata e virtuale, i primi imparando ad usarla come strumento, materia, i secondi a viverla come nuova riflessione critica.
Il LACDA, Los Angeles Center for Digital Art
Se in Italia l’apertura verso queste innovazioni artistiche sta passando, al momento, per una forma di riconoscimento della street art, dedicandole un museo a cielo aperto a Roma, il M.U.Ro. Museo Urban, c’è da dire che oltreoceano la sensibilità all’esplorazione critica dei nuovi orizzonti dell’arte è molto più spiccata. A Los Angeles infatti c’è il LACDA, Los Angeles Center for Digital Art, che è strettamente dedicato alla diffusione di ogni espressione di arte digitale: dalla video arte alla scultura digitale, alla net art, all’interattività, a tutte quelle forme che uniscono la tecnologia all’arte e che fanno ormai parte del contemporaneo. Questa galleria è un luogo dove i digital artists possono esporre le proprie opere e promuoverle proprio come tutti gli altri artisti. E’ un punto di riferimento sia per artisti nazionali che internazionali di digital art.
E nella speranza che anche in Europa e in Italia si riesca presto ad appropriarsi di una simile cultura, vi lasciamo con qualche immagine, carica d’ispirazione e talento artistico, che non si può non riconoscere…
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