L’artista Domenico Sorrentino nell’articolo per la consueta rubrica “A scuola d’arte” della rivista IconArt Magazine di maggio – giugno 2019 si pone un interrogativo: perché fare arte?…
Continuo a chiedermi che senso abbia fare arte. Perché un essere pensante, con tutti gli assilli che l’esistenza dona copiosamente, deve pure crucciarsi con cose come l’arte. Cercando risposte, i luoghi comuni e le frasi fatte mi vengono in soccorso a camionate….
Non so perché sono spinto continuamente a progettare: ho cassetti pieni di bozzetti, schizzi e appunti. Per buona parte del tempo la mia testa è occupata da lampade, obelischi, trittici per altari, elementi architettonici o semplici decorazioni.
Fortunatamente ho problemi di gestione familiare ordinaria e straordinaria che mi distraggano, altrimenti penserei solo ai miei progetti.
Quando sono in giro, mi è sufficiente guardare una crepa nel muro per associarla ad una texture di cui mi sto occupando o una donna che fa la spesa per pensare ad una posa per un bassorilievo.
Realizzare prototipi per chiese o pattern per tappezzerie è una pratica quotidiana compulsiva ed ininterrotta. Ho la necessità ossessiva di creare continuamente. Il limite è solo sul piano delle risorse di spazio, di tempo ed economiche.
Le cose che ho descritto sono tutte senza un senso logico, sono più una necessità che una scelta.
Fare arte è ubbidire ad un desiderio profondo, più grande di me. Si tratta di un ordine perentorio a manifestare le idee che mi arrivano nella mente.
Condivido questi miei pensieri perché credo che appartengono anche agli altri che si occupano di arte. Mantenere il giudizio sospeso è l’unica cosa che si può fare. Seguire il flusso della propria esistenza, senza saperne i motivi, se non altro garantisce sorprese interessanti.
Questa mia testimonianza è dedicata a tutti quelli che, come me, fanno senza sapere perché lo fanno
Articolo completo sulla rivista IconArt Magazine n° 07
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