È da poco ricorso l’anniversario della morte del celebre cantautore genovese Fabrizio De Andrè. Sono passati 20 anni dalla sua scomparsa e tanti sono stati i ricordi e gli omaggi a questo straordinario interprete, dalla tv allo spettacolo, passando anche per mostre d’arte come la rassegna “Guido Harari – Fabrizio De André. Sguardi randagi”, tuttora in corso presso la Wall Of Sound Gallery di Alba e visitabile fino al 27 gennaio 2019.
L’esposizione si basa su una serie di fotografie scattate da Guido Harari, fotografo personale del cantautore del quale ha saputo cogliere, in uno sguardo, i sentimenti di uno schivo De Andrè, uomo e artista, riuscendo a renderli immortali. Al cantante ha infatti dedicato anche diversi volumi, tra cui il recente libro uscito per la Rizzoli, con prefazione di Cristiano De Andrè e postfazione di Dori Ghezzi, di cui la mostra riprende il titolo.
L’esposizione in questione conta circa 300 fotografie, tra scatti in bianco e nero e a colori, in cui emerge forse uno dei rapporti più personali tra il cantautore e il fotografo, carico di aneddoti, frequentazioni e inediti. Tra questi ultimi spicca un ritratto di De Andrè, da lui stesso voluto, che riprende una foto scattata da Harari al premio Nobel portoghese Josè Saramago, autore molto amato, e di cui il fotografo aveva fatto dono al cantautore. Quest’ultimo ne fu talmente affascinato che chiese ad Harari una foto simile anche per lui, richiesta inaspettata da uno che non amava farsi fotografare. Tra scatti rubati quindi anche qualche foto voluta e cercata come questa, rimasta un inedito per la prima volta svelato in questa mostra.
Compongono l’esposizione foto private come quelle con la moglie ed i figli, foto al lavoro tra sala prove, concerti e tour storici come quello con i Pfm, foto personali che riflettono sul suo essere padre, sul moralismo, la natura, l’alcolismo.
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