Oggi come oggi, l’arte si è allargata all’uso di qualsiasi materiale… Materiali poveri si nobilitano uscendo dal loro contesto e dalla loro destinazione d’uso e materiali ricchi si calano sulla tela o sulla pietra vestendo di nuovo valore l’opera. Tutto è una questione di stile e d espressione creativa dell’artista. Per esempio, c’è chi ha fatto delle pietre preziose un elemento distintivo della propria arte, puntando sulle qualità intrinseche della materia o sul gioco dei significati o ancora sulla scoperta di culture. Artisti differenti che hanno la preziosità della materia in comune, in cui hanno intrappolato la pluralità dei loro messaggi.
Suzan Drummen è un’artista visuale olandese. Le sue opere sono caleidoscopiche installazioni su pavimento o parietali, che nascono da una ripetizione di forme geometriche, specie circolari, che rimandano a rappresentazioni di mandala. Effetti di luce, fenomeni visivi, illusioni ottiche e cromatiche sono le esperienze percettive da cui lo spettatore viene investito dinanzi una sua opera. Tutto si genera dall’uso di pietre preziose, specchi, metallo cromato, cristalli e vetri ottici che l’artista dispone in una geometria perfetta ed armonica , frutto dell’improvvisazione e dell’ispirazione dei luoghi. L’artista infatti crea senza un disegno preliminare ma si fa guidare dagli spazi e dalle atmosfere, diventando anche la luce e il colore, materia plasmata attraverso le mille sfaccettature delle pietre.
Paul Koudounaris è un critico d’arte e famoso fotografo di Los Angeles che ha legato la sua persona alla fama di massimo esperto di arte macabra. Affascinato dall’usanza delle reliquie sia nei riti religiosi che come ornamento sacro, l’artista ha girato il mondo immortalando ossari e tombe, tanto da essere soprannominato “Indiana Bones” (“bones” significa “ossa” in inglese). Tra questi spiccano teschi variamente ornati e decorati con gemme e gioielli. Una vera e propria documentazione dell’esorcizzazione della morte nella cultura cristiana e del messaggio di preziosità e bellezza legata alla vita ultraterrena. Damien Hirst è un celebre artista britannico la cui arte è incentrata sul tema della morte, stavolta però spettacolarizzata nella sua crudezza per spingere il fruitore a riflettere sulla caducità della vita. Anche questo artista si è affidato al valore dei preziosi e ha firmato una delle sue opere più famose – “For The Love of God” – con la purezza del diamante. Si tratta di un teschio umano in platino, a grandezza reale e con denti veri, nel quale sono stati incastonati circa 8601 diamanti a ricoprire tutta la superficie ed uno più grande posto al centro, sulla fronte, da 52,4 carati. L’opera costata intorno ai 12 – 14 milioni di sterline, è stimata 50 milioni di sterline, la cifra più alta in assoluto per un’opera contemporanea.
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