Tra le iniziative che nascono ogni giorno come contributo al proliferare della bellezza nelle sue forme di arte, superando le limitazioni della chiusura di musei e luoghi di cultura imposte dall’emergenza Covid, che durano oramai da più di un anno, ce n’è una che proviene dall’Inghilterra e che mira a diventare la più grande mostra d’arte del paese. Si tratta di “Great Big Art Exhibition”, un progetto nato da Firstsite, un ente di arti visive dell’Essex, sostenuto nella diffusione dell’idea sia da artisti noti del panorama contemporaneo sia da istituzioni ragguardevoli come il National Gallery, il British Museum, il Victoria & Albert e la Royal Academy of Art.
L’idea è quella di coinvolgere tutta la nazione nel creare bellezza e arte, proponendo una serie di temi differenti da cui partire per esibire le proprie espressioni artistiche direttamente dai balconi della propria abitazione. Il messaggio è quindi quello di trasformare il Paese in una grande, immensa galleria a cielo aperto partendo da luoghi non convenzionale della fruizione dell’esperienza artistica ma che diventano tali nel grande contesto allargato del Great Big Art Exhibition.
Avviato a gennaio con la prima proposta a tema, fatta dallo sculture britannico Antony Gormley – un “attacco d’arte” sul mondo animale in pittura, scultura, disegno e quanto altro – seguito poi da proposte di altri artisti come Anish Kapoor, Tai Shani, Jeremy Deller, Ai Weiwei e Ryan Gander, a partire dal 29 marzo tutti sono chiamati ad esprimersi su soggetti a tema primaverile. Fiori, piante, risveglio della natura e rinascita per l’uomo dopo questo periodo di difficoltà sono le immagini che dovranno popolare balconi, finestre e terrazzi degli Inglese su suggerimento stavolta degli artisti Etel Adnan e Simone Fattal.
Ad incoraggiare questa nuova proposta è anche il direttore della National Gallery col messaggio di farsi ispirare come fece Monet, che dipinse ben 250 volte il giardino acquatico che realizzò sul terreno acquistato vicino casa, cogliendone tutte le sfumature che subiva nel tempo. Come tanti Monet, anche gli Inglesi, secondo il direttore, potrebbero trovare ispirazione in un luogo vicino a loro che muta nel tempo…
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