Se la festa di Halloween è una tradizione che poco ci appartiene ed è sentita più dai bambini, il 31 ottobre può diventare un giorno per meditare sulla paura e sui nostri demoni interiori, risvegliati anche attraverso le suggestioni che alcune opere possono indurci con le loro ombre ed inquietudini! Ne abbiamo scelte tre per voi….
Francis Bacon – “Studio dal ritratto di Innocenzo X”: è un quadro del 1953 in cui l’artista irlandese ha volutamente deformato il soggetto della famosa opera di Diego Velázquez del 1650 per rappresentare il sentimento del macabro e l’orrore dell’esistenza umana. Poche linee e colori cupi disegnano i contorni di un pontefice di cui rimane, all’occhio dell’osservatore, soprattutto un’espressione atterrita e sconvolta racchiusa nell’urlo di dolore che emette. È il disagio dell’artista e la sua ribellione nei confronti di un’istituzione che lui fa a pezzi perché simbolo di una libertà negata, quella della propria omosessualità…
Evard Munch – “L’urlo”: è un dipinto del 1893 in cui l’artista, esponente dell’Espressionismo, racchiude in un soggetto particolarmente inquietante e in quell’urlo straziante l’angoscia e la solitudine dell’essere umano. La figura è deformata proprio dal malessere interiore, mentre il paesaggio in cui è inserito, con la sua costruzione ondulata contribuisce a creare un senso di smarrimento a cui l’osservatore partecipa.
Fancisco Goya, “Saturno che divora i suoi figli”: quest’opera del 1819-23 appartiene alla serie di “I dipinti neri” del maestro spagnolo, realizzati negli ultimi anni della sua vita. Sono cupi ed inquietanti, nati per non essere esposti, ed ispirati da un senso ormai di disgusto dell’artista nei confronti della crudeltà degli uomini. Il soggetto è Saturno padre di Zeus, rappresentato nell’atto di divorare i suoi figli appena nati, spaventato, secondo la profezia raccontata nel mito, del fatto che un giorno uno di loro lo avrebbe privato del trono. Il dipinto è una metafora dell’orrore di Goya per la brama di potere che spinge a crudeltà anche verso innocenti per di assecondare i propri egoismi.
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