Siamo abituati a pensare a Gustav Klimt come il pittore dai tocchi aurei e l’elegante grazia dai richiami simbolisti, in opere come “Il bacio” o la “Giuditta ed Oloferne”. Immagini diventate icone che hanno incantato i pubblici ed alimentato anche la creatività del mondo contemporaneo.
Eppure nell’arte di Klimt non c’è solo la traccia simbolista o quella secessionista, di cui fu emblematico esponente. Nel suo percorso ci sono sperimentazioni di tecnica e resa del colore che portano l’artista a muoversi tra impressionismo, vedutismo ed espressionismo, lasciandoci preziose testimonianze in eleganti immagini di paesaggi senza tempo.
Sono più di una cinquantina, i quadri della produzione paesaggistica di Gustav Klimt, tutti realizzati tra il 1900 e il 1916, tra Austria ed Italia.
In quel periodo Klimt amava spesso passare le vacanze estive, assieme alla compagna Emilie Flöge, a Salisburgo sul lago Attersee, dove il fascino dall’atmosfera lacustre, gli offre il motivo per riprendere e perfezionare i suoi studi sull’acqua.
Con fare impressionistico, così, Klimt dipinge en plein air, non per catturare i moti della luce, ma per ricercare nuove soluzioni formali; è invece la ricerca interiore a fargli toccare punte espressionistiche; le campate di colore poi ricordano il segno di Seurat mentre è una precisione quasi fotografica quella con cui immortala paesaggi e paesi. Non a caso l’artista si pone dinanzi alla natura con cavalletto, pennelli ed un binocolo per “inquadrare” tutto ciò che ha davanti, trascendendo quasi la visione naturalistica, azzerando i volumi e concentrandosi sull’attenzione alla percezione del colore puro e alla nitidezza di tutti gli elementi della veduta, incorniciati da quella nota di grazia che contraddistingue sempre il suo lavoro.
E’ così che dipinge anche sul lago di Garda, sperimentando la sua tecnica non solo per il paesaggio lacustre ma anche per quello più “strutturato” di un paese, come Malcesine, piccolo borgo medievale digradante verso il lago. Qui soggiorna intorno al 1913 e a questo scenario sono dedicati almeno due dei dipinti ad olio della sua produzione. Per questi come per i precedenti, anche la scelta del formato, tendenzialmente quadrato, concorre alla sua visione rappresentativa del paesaggio, in modo quasi da fissare e contenere in spazi regolari quella vastità degli orizzonti che catturavano la sua anima.
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