La chiamano la “principessa dei pois”. Ha influenzato artisti del calibro di Andy Warhol e Lichtenstein. La sua arte è allucinante e provocatoria. E’ Yayoi Kusama, artista nipponica d’avanguardia, famosa in tutto il mondo per la sua poliedricità e per l’ossessionante ricorrenza del “polka dot” divenuta cifra distintiva della sua pittura.
Allucinazioni, Pop Art e pois
In bilico tra genio e follia, Yayoi Kusama inizia a dipingere già da piccola, dando forma a quelle allucinazioni, sintomo dei primi disturbi mentali, forse conseguenza del contrasto tra il suo mondo interiore e quello – per lei troppo stretto – fatto di rigore accademico e rigidità educativa, imposto dalla famiglia. All’età di 30 anni riesce ad andare a New York ed è qui che definisce la sua arte, lasciandosi attrarre dal fermento artistico di quegli anni, dominato dalle prime espressioni della Pop Art. Produce così le prime opere della serie “Infinity Net”, grandi tele lunghe quasi una decina di metri, seguite dalle “Accumulation” e dalle “Sex Obsession”, per poi giungere – intorno alla metà degli anni ‘60 – alle “Kusama Happenings”, ossia performance provocatorie e spesso osé, in cui il tema dei pois invade la materia, passando dalla tela al muro, al corpo umano, il quale sembra quasi sparire o essere assorbito dall’opera stessa. Una sorta di risposta all’evoluzione della sua stessa esperienza ossessiva di auto-cancellazione, culminante nelle “Infinity Rooms”, stanze con installazioni di tanti piccoli led luminosi e specchi, che riflettendo la luce in più direzioni, creano l’illusione di uno spazio infinito nel buio, in cui perdersi e scomparire.
Tra arte moda e musica
Tornata in Giappone, vive per sua scelta all’interno di un ospedale psichiatrico, continuando però la sua attività e sperimentazione. Esplora ulteriormente i diversi mondi dell’arte, facendosi conoscere anche come scrittrice surrealista, scultrice, progettista e iniziando collaborazioni importanti anche nel campo della moda e della musica. Sua è l’ispirazione del video di Peter Gabriel “Love Town” in cui confluiscono tutte le ossessioni dell’artista, dai pois al sesso, dai reticolati al cibo; mentre grande è il sodalizio nel 2012 con la casa di moda Louis Vuitton, che adotta i suoi “dots” per abbigliamento, borse ed accessori.
Kusama nel mondo
L’artista è presente in tutti i più grandi musei del mondo; ha esposto alla Biennale di Venezia nel 1993, con un’opera molto particolare in cui compare per la prima volta la zucca, tema divenuto poi ricorrente, dal 2017 è a Tokio con un museo a lei dedicato, dove sono esposte collezioni temporanee, una permanente, installazioni immersive e dove trovare una sala lettura con scritti relativi al suo lavoro. Quest’anno la si può trovare a Giacarta fino al 9 Settembre 2018, al Macan, il museo di arte moderna e contemporanea della capitale indonesiana.
Un’ultima curiosità: sull’artista è stato prodotto anche un libro “Yayoi Kusama: From Here to Infinity” che in 26 pagine illustra ai più piccoli la storia e l’arte di un’artista eccentrica e fuori del comune, che continuerà ad influenzare intere generazioni.
Lascia un commento