Una recente scoperta ha ridato il giusto valore ad un dipinto che per circa 200 anni è stato dimenticato nei depositi dell’Accademia di Carrara di Bergamo, etichettato come “Copia da Andrea Mantegna”. E’ la “Resurrezione di Cristo”, una piccola tavola di 48,5 x 37,5 cm, giudicata già nell’800 – e poi confermata negli anni 30 del ‘900 – un non originale del Mantegna e, tra alterne vicende, nemmeno un’opera di attribuzione agli allievi della bottega dell’artista padovano. La tavola proveniva dalla collezione del conte Lochis, che aveva in sé anche altre opere riferite al Mantegna che in realtà poi si sono rivelate delle copie.
I particolari che restituiscono un capolavoro
La tesi di non paternità del Mantegna, che negli anni ha tenuto nell’oblio questo capolavoro, rendendolo assente anche dai cataloghi, è stata oggi smontata in seguito ai lavori eseguiti per il catalogo completo dei “Dipinti Italiani del Trecento e del Quattrocento” da parte dell’Accademia Carrara di Bergamo. Durante la catalogazione delle opere, Giovanni Valagussi, conservatore della Collezione Carrara, ha notato un particolare del dipinto che ha letteralmente cambiato la scena. La “Resurrezione di Cristo” infatti reca in fondo alla tavola una piccola icona a forma di croce attaccata ad un’asta che, insieme all’arco di roccia sottostante, ha fatto presupporre una certa continuità dell’opera, ravvisata dagli studiosi in un altro capolavoro del Mantegna conservato a Princeton nella collezione privata di Barbara Piasecka Johnson: “Discesa al Limbo” del 1492. Ad avvalorare la possibilità che le due tavole siano una la continuazione dell’altra è stato anche Keith Christiansen, curatore d’Arte Europea del Metropolitan Museum di New York e massimo esperto dell’artista.
Impennata nelle quotazioni: da 30mila euro a 30milioni di dollari
La scoperta ha avuto il suo riscontro anche sul Wall Street Journal che non solo ne ha ricostruito la sensazionale vicenda storico-artistica del quadro che risulta databile 1492-93 ma anche quella relativa alle sue quotazioni. Se infatti la “Discesa al Limbo” fu battuta all’asta da Sotheby’s nel 2003 per 28 milioni e mezzo di dollari, la “Resurrezione di Cristo” valutata a suo tempo intorno ai 30mila euro, oggi raggiunge un valore d’asta di quasi 30milioni di dollari.
E se fosse un polittico?
Ma la vicenda non finisce qui! Pare che, così strutturate, le due opere possano far pensare ad un polittico ancora più articolato dove possono trovare probabile collocazione, per similitudine, altre due opere del Mantegna: la “Morte della Vergine”, attualmente conservata al Museo del Prado e l’ “Assunzione al cielo di Maria”, presente alla Pinacoteca nazionale di Ferrara. Gli studi quindi non si fermano, anche se al momento la preoccupazione principale è quella di dare all’opera una collocazione adeguata al suo valore e una nuova dignità estetica, perduta negli anni a causa di polvere e smog.
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