Nelle “Storie” di Erodoto di Alicarnasso, lo storico greco antico raccontava di un viaggio fatto in Egitto dove aveva ammirato la costruzione, all’interno di un cantiere, di alcune navi particolari, dette baris.
Per secoli gli studiosi si sono arrovellati sulla probabile esistenza di queste imbarcazioni usate per i trasporti sul Nilo, ma fino ad ora non se ne era mai avuta conferma da ritrovamenti archeologici.
Recentemente però il team di esperti del Centro di Archeologia Marittima dell’Università di Oxford ha fatto una piacevole scoperta che non solo ha rimesso tutto in discussione ma addirittura sembra dare reale fondamento alle parole di Erodoto. Difatti il ritrovamento riguarda il relitto di un’imbarcazione rinvenuto nella baia di Abukir, presso la città di Heracleion, vicina al Cairo, un tempo importante porto egiziano, ora completamente sommersa nel Mediterraneo. In questa zona, mappata dagli scavi già dal ’96, il relitto numero 17 – ossia il diciassettesimo recuperato – è apparso incredibilmente intatto per circa il 70% della sua struttura; presenta un scafo a forma di mezza luna che doveva essere in origine lungo circa 27-28 metri ed una tipologia assiale, di cui non si hanno esemplari simili.
Per la prossimità alla descrizione, fatta da Erodoto, delle baris, gli studiosi ipotizzano che non solo si stia davanti ad un esemplare di quel tipo, ma che addirittura possa essere stata costruita proprio nel cantiere visitato dallo storico greco. Come registrato dagli studiosi nel documento “Ship 17: a Late Period Egyptian ship from Thonis-Heracleion (Oxford Centre for Maritime Archaeology)” in cui è confluito il lavoro, la baris scoperta presenta anche delle piccole differenze quali le dimensioni quasi doppie rispetto alla descrizione e la presenza di travi laterali per rafforzare parti più delicate della chiglia. Ciò che comunque si è subito registrato come dato positivo dell’analisi è la concomitanza tra le parole di Erodoto che dice di imbarcazioni egizie con “costole interne” e il fasciame del relitto legato trasversalmente con “lunghe e fitte costole” in acacia di circa 2 metri.
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