Fino al 28 agosto 2019, sarà possibile visitare alla Galleria Nazionale di Parma presso il Complesso della Pilotta, l’opera “Falaise du Petit Ailly à Varengeville”, una delle celebri falaises dipinte tra 1882 e 1897 da Claude Monet, uno dei più significativi protagonisti dell’Impressionismo.
La tela sarà accompagnata da alcuni testi critici che illustreranno l’opera del grande maestro, mettendone in evidenza le caratteristiche espressive che, allontanandosi progressivamente dall’immediatezza della resa impressionistica, si avvicinano invece di più alla pittura astratta.
La “Falaise du Petit Ailly à Varengeville” fa parte di un’importante collezione d’arte privata, attualmente in deposito giudiziario presso il Complesso della Pilotta. Il progetto espositivo che ruota attorno a questo capolavoro di Monet nasce come momento di approfondimento scientifico dell’opera.
Il prezioso dipinto del maestro francese raffigura il tratto della costa nord della Francia sul canale della Manica che va da Digione a Pourville fino a Varengeville. In particolare questa zona è occupata da una lunga spiaggia circondata da alte scogliere, dove Monet era pervenuto e vi aveva sostato una prima volta tra il febbraio ed il maggio 1882, affascinato dal paesaggio e soprattutto dalle falese e gole che poteva ammirare. Qui l’artista ha sperimentato e approfondito i suoi studi sulle diverse visuali che potevano suggerirgli i luoghi in rapporto alle rocce, il cielo ed il mare. In questi posti era poi ritornato dopo circa 10 anni, dando vita ad un nuovo ciclo di dipinti raffiguranti stessi soggetti ma visti da angolazioni diverse.
Il dipinto ha particolare importanza perché non solo permette di intuire il passaggio tra la rarefazione della figuratività all’esordio dell’arte astratta degli specifici anni operativi di monet, ma anche perché è un’opera rappresentativa di un momento in cui l’arte europea si misura con le inedite ricerche compositive dell’arte dell’Estremo Oriente e sperimenta percorsi dai quali pochi decenni dopo nasceranno le avanguardie storiche.
Maggiori informazioni sul sito della Pilotta
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