Da settimane ormai, la cronaca si ripete, riproponendoci l’immagine di statue imbrattate. Una pratica già nota ,che affonda le sue radici nella Iconoclastia e che riapre vecchie ferite e arcaiche scissioni, è stata riportata alla luce dal movimento Black Lives Matter, in seguito alla morte dell’afroamericano George Floyd.
Diverse sono state le opere su cui i manifestanti si sono riversati. Da Boston a New York fino a Miami, che ha visto prendere d’assalto le statue di Cristoforo Colombo e quella dell’esploratore spagnolo Juan Ponce de Leo’n. Un’azione firmata dal movimento stesso , rivendicata in nome della repressione coloniale nonché oppressione raziale.
Le controversie riaccendono il Vecchio Continente
Le contestazioni sono arrivate sino al Vecchio Continente, l’ Europa, scatenando la furia dei manifestanti sulle Statue e sulle strade dedicate a personaggi europei legati alla storia coloniale. Dalla statua imbrattata di Re Leopoldo II del Belgio, a Lisbona dove ad essere stata imbrattata è la figura di Antonio Vieira, religioso gesuita schieratosi dalla parte degli indigeni, per proseguire con Piet Hein di Rotterdam, l’ammiraglio imputato di schiavitù nei confronti di centinaia di africani.
Il Caso italiano : Indro Montanelli
In Italia il monumento preso d’assalto, già imbrattato in passato, è quello del giornalista Indro Montanelli .Una prima azione di protesta risale al 2012, quando sotto al cappello venne ritrovato un finto ordigno e la scultura venne rigata da segni di pittura di colore rosso. In seguito, la statua ha subito svariati atti vandalici, a causa dei trascorsi di Montanelli nell’allora Abissinia, con riferimento all’episodio dell’“acquisto” della sposa-bambina Destà.
L’episodio della sposa-bambina è al centro del nuovo imbrattamento della statua, sulla quale è stata versata una colata di vernice rossa e raffigurate le parole “razzista” e “stupratore”. Il gesto, rivendicato con un video pubblicato sui social da Rete Studenti Milano e LuMe, è stato così commentato dai Sentinelli:
“ci limitiamo a scrivere che la nostra proposta civile, fatta in settimana alla luce del sole proprio per permettere una discussione pubblica, non contemplava altro. Piuttosto la violenza verbale fatta dal pensiero unico mainstream che ci ha voluto in modo caricaturale descrivere come dei talebani, ha portato il dibattito su un livello volutamente distorto”.
Rete Studenti Milano e LuMe
Ozmo ed il suo contributo
L’ultimo contributo, che spinge nuovamente alla riflessione, ha la firma dello street artist Ozmo che poche ore fa , in Via Torino a Milano , ha creato un murales raffigurante una bambina Eritrea. Dichiarando apertamente il suo intento :
“ampliare i monumenti esistenti e ridare dignità alla parte lesa e non celebrata“
Ozmo
Il dibattito acceso da parte dei politici e di diversi intellettuali spinge l’opinione pubblica a schierarsi. Il dilemma ricorrente resta sempre acceso e verte su due macro questioni :
-Rimuovere o non rimuovere le tracce apportate
-Appoggiare o Incriminare gli artefici
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