…Quando Enrico Mazzone – diplomato all’Accademia delle Belle Arti di Torino e da quattro anni trasferitosi in una residenza d’artista a Rauma in Finlandia – ha ricevuto in dono dai membri onorari di una cartiera finlandese un mega rotolo di carta di 97 per 4 metri non sapeva che lungo quello spazio bianco avrebbe fatto scivolare la sua matita per realizzare un’opera d’arte ambiziosa ed inedita, capace di raccontare, con le immagini, la storia italiana più conosciuta al mondo.
In quel mare di cellulosa l’artista torinese ha immaginato di dipanare la narrazione del viaggio onirico che Dante Alighieri compì, insieme alle sue guide, attraverso l’Inferno, il Purgatorio ed il Paradiso. Mazzone darà progressivamente forma ai personaggi che popolano la “Divina Commedia”… Nel corso dei secoli tanti sono stati gli artisti che hanno provato a dare un supporto visivo alla dettagliata narrazione dell’Alighieri… Botticelli, Signorelli, Michelangelo, Füssli, Delacroix, Ingres, Rodin, Doré, Dalì, Guttuso, fino ai contemporanei Mattotti, Ferrari e Pala, hanno messo al servizio dell’opera di Dante il loro talento e le loro intuizioni. Nessuno, però, ha mai realizzato – né per la Divina Commedia né per altre storie – una narrazione consequenziale così lunga. Un precedente può essere rintracciato solo nell’Arazzo di Bayeux, un tessuto ricamato, lungo 68,30 metri e realizzato in Normandia nell’XI secolo, che racconta, per immagini, la storia della conquista normanna dell’Inghilterra del 1066, culminata con la battaglia di Hastings.
“Quando mi hanno regalato questo mega rotolo di carta – racconta Mazzone – non avevo un’idea chiara di come avrei potuto utilizzarlo. Ho pensato però, sin da subito, di dover attingere alla mia quotidianità… Mi sono sentito davvero come Dante ed ho provato ad immedesimarmi in lui, trovando un anello di congiunzione nell’esilio e nella lontananza dalla propria terra”. Mazzone ha iniziato, così, la sua opera leggendo e scoprendo, giorno dopo giorno, la “Divina Commedia”. Ha impresso il suo tratto su 39 dei 97 metri complessivi ed ha ormai concluso l’Inferno…
L’obiettivo dell’artista torinese è ultimare la sua opera entro il 2021 per poi esporla in una mostra itinerante che toccherà innanzitutto le città italiane in cui è vissuto e morto Dante, quindi rispettivamente Firenze e Ravenna…
Articolo completo sulla rivista IconArt Magazine n° 06
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