Non sempre critica e pubblico s’incontrano in fatto di gusto e piacere estetico. Spesso capita che un artista, per esempio, sia molto apprezzato dal pubblico ma trovi pochi consensi presso i critici d’arte o, di questi, divida nettamente i pareri.
Un caso in tale direzione è senza dubbio quello di Fernando Botero, l’artista colombiano, dal tratto riconoscibilissimo e dalla fortuna spiccatamente popolare. Il gusto per le forme piene, per i volumi che caratterizza la sua arte attira diverse fasce di pubblico ma quello stesso fare pittorico, iconograficamente contraddistinto da “figure grasse”, divide i critici, tra chi lo considera poco contemporaneo, commerciale e quasi banale da non destare interesse critico e chi invece lo trova geniale.
Ma perché Botero piace tanto al pubblico? E perché questa pseudo-ossessione per le “figure grasse” ?
Partiamo dall’inizio. Botero nasce in Colombia 86 anni fa. Si avvicina molto presto al mondo dell’arte e a 19 anni è già protagonista di una personale a Bogotà. Tra incarichi ed eventi, viaggia molto per l’Europa e rimane affascinato dall’arte italiana, dal Quattrocento in poi, di cui studia le caratteristiche evolvendo la sua arte. Alla continua ricerca del suo stile, Botero nel 1956 approda a quello che è diventato poi il suo tratto distintivo: poetica e pensiero artistico a cui non rinuncia più. In quell’anno infatti, intento in uno studio di natura morta, l’artista si trova a “dilatare” le forme di un mandolino, in seguito alla sperimentazione di una contrazione delle dimensioni del foro della cassa di risonanza, modificandone così le proporzioni nel senso di una rotondità più pronunciata. Il mandolino risultò così più tozzo e allargato oltre misura, ma quell’accentuazione delle linee curve, quasi sensuali per l’artista, lo affascinò particolarmente da indurlo a non lasciare più quella direzione di ricerca.
Non si può parlare quindi tanto semplicisticamente di figure grasse, per l’arte di Botero, quanto più di forme dilatate. L’ampliamento dei volumi infatti non investe solo le figure umane, ma anche animali ed oggetti che quindi nelle loro forme tondeggianti e nei significati voluttuosi boteriani rimandano a richiami dell’arte primitiva e ai loro messaggi di vitalità, energia e sensualità. Botero è pertanto un figurativo che sceglie di parlare per forme semplici in grado di essere immediatamente capite da tutti. Non è un realista ma le sue forme rimandano immediatamente al concetto o ai significati che esprimono, senza complicazioni intellettuali.
Ed è questa la chiave che gli permette di essere così amato e popolare: la semplicità di contenuti immediati. Le sue opere hanno come protagonista gente comune, semplificata in forme primitive e costruita secondo una personale lezione dell’arte italiana del passato, che si fa portavoce di un messaggio che sia anche di denuncia o di valenza sociale, come nel caso delle torture della prigione di Abu Ghraib o della satira alle istituzioni ecclesiastiche.
Forse quindi l’arte di Botero è più complessa di quello che può sembrare ma la chiave stilistico-pittorica trovata dall’artista gli permette di essere facilmente fruibile diventando uno degli artisti contemporanei più amati dal pubblico.
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