A Perugia, presso il Castello di Postigliano, è in corso una mostra su Dario Fò, stavolta non in veste di uomo di teatro ma di pittore. Forse può stupire, ma Dario Fò prima ancora che amante del teatro è stato amante della pittura.
Si iscrisse negli anni ‘40 all’Accademia di Brera, dove frequentò corsi diretti da maestri di grande spicco tra cui anche Carlo Carrà e Giacomo Manzù e strinse rapporti di amicizia con compagni che divennero artisti e sperimentatori di varie correnti e orientamenti differenti, come lo scultore Alik Cavaliere, il regista Carlo Lizzani, letterati e intellettuali come Elio Vittorini e l’amico Emilio Tadini. Lasciata l’Accademia si indirizzò alla ricerca di un proprio stile fatto di contaminazioni, suggestioni, immagini prese a prestito dall’universo onirico e simbolico, al servizio delle sue riflessioni sull’uomo, le passioni e l’etica sempre narrate con taglio pungente e ironico. Quando il teatro occupò gran parte della sua vita, Fò non rinunciò alla sua indole pittorica, tanto che spesso usò pittura e disegno per descrivere i suoi progetti ai compagni, che si trattasse di testo o musiche, costumi, coreografia, luci… tutto!
Questa mostra intitolata “DIPINGERE MOVIMENTO. La pittura di Dario Fo” vuole proprio mettere a nudo questo aspetto del maestro, attraverso un percorso scandito in 82 opere prodotte tra il 1940 e il 2016, composto di disegni a matita, acquerelli, bozzetti su cartoncino ma anche opere di grandi dimensioni realizzate su tela o su pannelli. A completare l’esposizione anche foto d’epoca, documenti, locandine dell’Archivio Rame Fò e schizzi di costumi di scena disegnati da Fò e poi messi in opera dalla sartoria Pia Rame. La mostra è visitabile fino al 9 gennaio 2022.
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