Roma trasuda sempre delle bellezze del suo passato, tanto che non stupisce come accanto agli splendori che ne caratterizzano la maestosità antica, spesso affiorino, a volte anche per caso, ritrovamenti di un trascorso glorioso che restituiscono un altro pezzo della sua intramontabile storia.
Ed è quello è successo anche pochi giorni fa, quando durante dei lavori di archeologia preventiva relativi all’acquedotto Castell’Arcione-Salone, nei pressi della Tiburtina, quindi nella zona periferica della città eterna, è stata rinvenuta una tomba la cui datazione risale a circa 2000 anni fa! La tomba è praticamente un vano rimasto quasi del tutto integro, formato dalla camera sepolcrale e da un pozzo a gradini di accesso ad essa. All’interno sono stati trovati 4 scheletri umani ed oggetti vari appartenenti al corredo funerario. Gli scheletri, secondo i primi studi, appartengono a 3 uomini di età differenti e ad una donna, dall’età incerta, molto probabilmente seppelliti in momenti diversi. In base agli elementi ritrovati, la tomba è stata denominata dagli archeologi “tomba dell’Atleta”. Infatti tra le varie suppellettili rinvenute spiccano anche due strigili, ossia degli arnesi che potevano essere in ferro o bronzo che venivano utilizzati soprattutto dagli atleti per detergersi il corpo dopo gli allenamenti. Il resto è vasellame in ceramica tendenzialmente a vernice nera, una moneta in lega di bronzo con raffigurata la testa della dea Minerva su un lato e quella di un cavallo dall’altro, recante anche la scritta “romano”, coppe e piatti con resti animali, che facevano parte del rituale funerario per accompagnare i defunti nell’aldilà.
Della sorprendente scoperta ha quasi meravigliato anche constatare quanto tutto sia rimasto intatto e soprattutto non sia stato vittima di trafugamenti, visto che le profondità degli scavi non erano tali da ben celare un cotanto tesoro agli occhi di probabili approfittatori.
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