Se il concetto di Arteterapia è da qualche anno contemplato anche nel nostro paese mettendo in campo iniziative legate a collaborazioni tra ospedali ed istituzioni artistiche o alla presenza di opere d’arte nei nosocomi, i conseguenti risultati positivi di questo approccio terapeutico spingono anche qui ad allargarne le occasioni d’impiego e la prescrizione.
Difatti sulla scorta dei risultati ottenuti da paesi come il Canada, la Danimarca e il Regno Unito che, attraverso studi specifici ed applicazioni, hanno inserito le visite al museo tra le terapie con cui curare il paziente, anche in Italia nasce un progetto di interrelazione tra musei ed ospedali.
È stato difatti dimostrato che la cura attraverso l’arte ha una validità scientifica che la può accostare alle cure classiche, pertanto – primi in assoluto i Canadesi – si sono iniziate a prescrivere visite al museo per pazienti affetti sia da problemi fisici che psicologici. Secondo studi canadesi pare che la fruizione d’arte aumenti il livello di cortisolo e di serotonina, responsabili del benessere psico-fisico, pertanto i Canadesi hanno brevettato questo metodo di cura facendo rete con il Museo delle Belle Arti di Montreal, prescrivendo visite al museo, che sono gratuite e che possono essere effettuate in compagnia di familiari, amici o colleghi.
A seguire l’esempio in Italia è Napoli che, su un’idea del medico internista dell’Angiologia del Centro Cardioangiologico Medicor di Pozzuoli, Francesca Barrella, si è resa promotrice del progetto Cur’Arti con il quale si prefigge di curare disturbi psichici, dell’alimentazione, di depressione con visite a mostre e musei. Inoltre l’iniziativa prevede anche l’introduzione di terapie d’arte in cicli riabilitativi in seguito a sindromi post-traumatiche oncologiche e neurologiche. Si è dato avvio ad una serie di relazioni tra musei, enti ed ospedali che vede già coinvolti il comune di Napoli, il palazzo Reale del Polo museale della Campania, il Museo Archeologico dell’antica Capua, l’Anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere e l’Azienda Ospedaliera dei Colli e collaborazioni con il primario di cardiologia al Cto di Napoli, Sergio Ferraro, il governatore del Pio Monte della Misericordia, Nicola Caracciolo, e la psicocriminologa della riabilitazione, Silvana Figlioli
Ed ora non resta che chiederci quali altre città seguiranno l’esempio di Napoli!
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