Oggi, 130 anni fa, nacque Man Ray, alias Emmanuel Radnitzky, pittore, fotografo e grafico statunitense esponente del Dadaismo. Nato a Philadelphia da famiglia ebraica, successivamente si trasferisce nella Grande Mela dove completa gli studi ed inizia a lavorare come disegnatore e grafico, firmando le sue opere con lo pseudonimo “Man Ray”, ovvero “uomo raggio”. Nel 1915 il collezionista Walter Conrad Arensberg lo presenta a Marcel Duchamp, un’incontro importante che segnerà la sua visione artistica, un’unione che darà l’inizio ad una nuova corrente americana il Dadaismo e che implementerà il valore successivo del suo talento nonchè della sua attuale quotazione d’artista. Un sodalizio amichevole ed artistico che lo condusse a Parigi, dove Soupault ospitò nella sua libreria la prima mostra di Man Ray, dove venne esposta la famosa opera Cadeau, un ferro da stiro su cui erano stati incollati dei chiodi. Un’ascesa europea caratterizzata dall’entusiasmo, da parte del pubblico,soprattutto riscontrata nella sua abilità come fotografo e ritrattista. Celebri artisti dell’epoca, come James Joyce, Gertrude Stein, Jean Cocteau, posarono per lui. Nel 1922 Man Ray produce i suoi primi fotogrammi, che chiama rayographs (rayografie), ovvero immagini fotografiche ottenute sovrapponendo gli oggetti su carta sensibile. Si innamora della famosa cantante francese Alice Prin, spesso chiamata Kiki de Montparnasse, che in seguito divenne la sua modella fotografica preferita. Insieme a Jean Arp, Max Ernst, André Masson, Joan Miró e Pablo Picasso, fu rappresentato nella prima esposizione surrealista alla galleria Pierre a Parigi nel 1925. In seguito alla seconda guerra mondiale Man Ray ritorna a Parigi, e lì risiedette fino al 18 novembre 1976, giorno della sua morte.
Le donne di Man Ray
Le sue donne sono vere e proprie icone, che hanno fatto la storia della fotografia del XX secolo e che sono entrate a merito nel repertorio dell’immaginario collettivo sia per la qualità del linguaggio fotografico maturato dall’artista sia per la sua capacità di rappresentare corpi e volti, ritratti e nudi. Con la tecnica originale che ha generato i famosi “rayographs”, le solarizzazioni, le doppie esposizioni, la figura della donna si muove in un continuo flusso di trasformazioni che ne modificano forma e significati andando dall’astratto al figurativo di gusto classico, dal ritratto realista ad immagini passionali e seduttive. Un rapporto che è stato presentato a Torino lo scorso Gennaio: una mostra Antologica presso Camera – Centro Italiano per la Fotografia dal titolo “wo/Man Ray. Le seduzioni della fotografia” ,una rassegna di oltre 200 scatti ed immagini che ripercorre la parabola lavorativa dell’artista dagli anni Venti fino alla sua scomparsa, aventi tutte un denominatore comune nella scelta del soggetto: la donna quale fonte d’ispirazione per la sua poetica dell’immagine.
FOTOGRAFIE DA RECORD
Man Ray,con le sue fotografie particolari, ha da sempre riscosso grandi consensi,tanto da rientrare nei pochi fotografi prescelti. Un’interesse crescente che ha fortificato il suo valore ufficiale, la sua quotazione d’artista, tanto da segnare negli ultimi anni battute record. A Parigi,nel 2018, infatti, la casa d’asta Christie’s ha totalizzato 2.688.750 euro con lo scatto Noire et Blanche, una piccola fotografia formato 20 x 27 del 1926 stimata 1-1.5 milioni. L’opera proveniva dalla collezione Thomas Koerfer, cineasta e collezionista, la fotografia ritrae Kiki de Montparnasse, una delle muse dell’artista. Un lotto segnante che ha ottenuto diversi traguardi come il miglior risultato assoluto per l’anno 2017, il record mondiale per una fotografia di Man Ray, il record per una foto venduta in Francia e soprattutto nuovo record mondiale per una fotografia di epoca classica. Una conferma per il fotografo americano dopo la con l’altro record segnato con Portrait of a Tearful Woman del 1936, venduta a New York per 1.763.055 euro.
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Man Ray: un artista poliedrico
Su Rai scuola , vi segnaliamo un interessante video con i suoi capolavori. “Il suo motto diventa: “Non esiste essere avanti rispetto ai tempi: i tempi sono sempre indietro”. Nascono, così, il metronomo e i rayograph, una scoperta casuale che lo porterà alla fama. Così Man Ray riuscirà a fotografare l’anima delle cose senza usare la macchina fotografica, posizionando l’oggetto tra la fonte luminosa e la carta sensibile.”
http://www.raiscuola.rai.it/embed/man-ray-un-artista-poliedrico/5989/default.aspx
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