Qualcuno lo considera un alieno o comunque una figura non di questa terra. Qualcun altro vuole fatalisticamente credere al complotto che lo vede ancora vivo, ritirato a vita privata, lontano dai clamori. Fatto sta che sul Re del Pop c’è una vera e propria ombra di mito dovuta all’eccezionalità della sua figura. Innovatore sotto ogni aspetto, Michael Jackson, a distanza di 9 anni dalla sua morte, non cessa di consolidare la propria intramontabile fama, diventando nell’immaginario comune un vero e proprio “fenomeno sociale”. Le vendite dei suoi dischi sono ancora da record, i suoi videoclip sono ancora ammirati e presi da ispirazione, i fans sono ancora milioni in tutto il mondo ed anche le nuove generazioni conoscono il suo nome e la sua portata. Nessuno può ignorare l’enorme contributo che ha apportato nel rivoluzionare la musica pop, il modo di fare coreografia, di lanciare i videoclip, di fare moda e spettacolo, di sperimentare le arti visive in genere. Nessuno può dimenticare i suoi immensi successi , i riconoscimenti e i record mondiali, come Thriller, riconosciuto disco più venduto nella storia della musica, superando addirittura i 110 milioni di copie all’attivo. Ma forse qualcuno non sa che Michael Jackson è stato anche il personaggio più rappresentato e citato nell’ambito della cultura contemporanea, ispirando l’arte di molti artisti di spicco, primo fra tutti Andy Warhol.
Proprio questo aspetto ha mosso le intenzioni della mostra che si apre oggi 28 Giugno 2018 alla National Portrait Gallery di Londra. In “Michael Jackson: On the wall” – questo il titolo della mostra – si vuole far riflettere sulla figura a tutto tondo del Re del Pop riconoscendone, nella esperienza condivisa di tanti artisti, l’effettiva valenza di mito, nella sua più concreta accezione di simbolo privilegiato di eccellenza capace di influenzare comunità ed epoche, tributatagli dalla popolarità negli anni. Più di 40 opere riunite da collezioni private e pubbliche nel mondo o create appositamente per l’occasione, sono in esposizione alla galleria fino al 21 Ottobre 2018. Tra gli artisti, compaiono nomi d’eccezione come Andy Warhol, David LaChapelle, Isa Genzken, Paul McCarthy, Grayson Perry e tanti altri.
Un grande tributo che volutamente cade nell’anno in cui Michael Jackson avrebbe compiuto 60 anni, se fosse stato ancora in vita e che, per destino, si apre in concomitanza della morte del padre del grande artista, figura molto controversa, deceduto ieri dopo una lunga malattia.
Intanto per tutti i fans c’è anche un’altra novità: sembra che sia in realizzazione un musical d’ispirazione alla vita di Michael Jackson, la cui uscita è prevista per il 2020.
Tutte le informazioni della mostra sono sul sito ufficiale della National Portrait Gallery.
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