Nonostante lo stato di emergenza Covid sia ancora in atto e la stretta delle limitazioni gravi purtroppo ancora su tutti, sembra che nella bozza del nuovo decreto previsto per il 16 gennaio 2021 ci sia finalmente un segno di apertura nei confronti di musei e delle istituzioni culturali, agenti di uno dei settore tra i più penalizzati da quanto ha avuto inizio lìincubo della pandemia.
Come annunciato dal ministro Speranza e chiarito poi da Franceschini, pare che ci sia un primo timido tentativo di riaprire i musei, anche se solo nelle zone di fascia gialla e probabilmente solo nei giorni feriali. Come dichiarato, sarebbe – in mancanza di turisti e nella difficoltà di spostarsi tra le regioni – un servizio rivolto ai residenti da considerarsi naturalmente fruibile secondo le modalità di sicurezza vigenti, ossia obbligo di mascherina, distanziamento, prenotazione online, presenza contingentata, ecc.
Se questa ipotesi segna finalmente un primo passo di un programma volto ad una graduale riapertura delle istituzioni culturali finora duramente colpite, può allo stesso tempo assumere anche una diversa chiave di lettura, diventando una speranza, un modo per riabituare la gente a vivere la bellezza che forse questo brutto periodo ci ha fatto dimenticare. Un modo per alleggerire i cuori appesantiti dalle tante difficoltà e notizie negative lunghe ormai un anno. E un modo per riconoscere – come ha sostenuto lo stesso Franceschini nel convegno More Museum – “quanto l’identità italiana sia fondata su questa bellezza”…
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