…Non c’è dubbio che sia il Naturalismo il punto focale verso cui converge l’arte di Sergio Colombo, artista originario di Carugo. La sua è una pittura della memoria, votata alla esplorazione del passato. Come nei film del grande regista russo Andrej Tarkovskij, lo spettatore si vede proiettato in una continua ricerca di una Russia ormai perduta – vedasi il capolavoro “Nostalghia” (che vinse il Grand Prix du cinéma de création al festival del cinema di Cannes), che è il risultato di lunghe carrellate a mo’ di dipinti dinamici –, così i quadri di Colombo diventano l’apologia di una Brianza soggettiva…
Classe 1951, Colombo è ex studente della Scuola d’Arte di Cabiate dove ha perfezionato le tecniche della matita, della pittura ad olio e dell’incisione sotto la guida dei maestri Osvaldo Minotti, Ezio Galliani, Carlo Orsi, Mauro Calvi, Nicoletta Brenna. Da anni lavora nel suo studiolo, piccolo rifugio all’interno del quale esplodono tramonti rossi e nature morte e a partire dal quale ha iniziato a progettare la sua partecipazione a concorsi nazionali, mostre, estemporanee vincendo numerosi premi e incassando riconoscimenti da parte della critica….
Colombo inizia dalle fascine, dai fiori, in particolari i girasoli, per poi abbandonarsi anche alla “geografia” dei volti, femminili perlopiù. “Attualmente faccio quasi esclusivamente figure, volevo fermare momenti di sentimento, stati d’animo, metto sempre in risalto il volto femminile e poi naturalmente il mio paesaggio. All’inizio il punto di riferimento era Monet, ma sul piano del ‘naturalismo’ forte è l’ammirazione per artisti come Mosè Bianchi, Achille Tominetti, che hanno lavorato anche e soprattutto in Brianza”. Che si parli di vedute o di volti femminili o soggetti cristologici, il fulcro tematico resta il retrogusto dell’unità famigliare, il caldo del focolare, l’intimità dei “corpi” naturali…
Articolo completo sulla rivista IconArt Magazine n° 05
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