Massimo Soldi, artista milanese che ha stabilito il suo habitat a Como, parla delle realtà liquide e inchiostrate che hanno contraddistinto fin dall’inizio il suo percorso creativo.
Soldi interpreta il segno della parola come elemento decorativo, ma anche come significato che rimanda ad inconsce condizioni dell’esistenza umana, fino a diventare presenza astratta ma necessaria per la resa progettuale della tela. E’ per questo che il suo fare arte si lega alla penna, all’inchiostro.
“…Quella che definisco macchia, non è solo una sbavatura in senso negativo, ma un piccolo incidente di percorso che ti permette di evidenziare effettivamente gli anfratti più reconditi della nostra personalità… L’inchiostro rappresenta la mia totalità, molto di più dell’olio e dell’acrilico. È la mia matrice” dice Soldi. Altra influenza è la presenza del lago di Como: il senso dell’ambiente acquatico, pervaso dall’indefinitezza del non luogo, che diventa il soggetto di molte delle opere dell’artista milanese. “Il non luogo è un luogo che non conosco e non so se esiste – spiega – In questo contesto non-contesto, la matrice resta il dubbio…”… E il dubbio è il motore della crescita personale e artistica dell’uomo e Soldi arricchisce questa sua ricerca con l’ascolto della musica, mentre dipinge.
Vicino nello spirito ai ribelli Scapigliati, l’artista ha cari due concetti: rinnovamento e cambiamento. In virtù di questi, ha saputo, ad un certo punto della sua vita, dare una svolta al “fare”, cucendo su se stesso l’emblema della liquidità pittorica, alla continua ricerca dell’inafferrabilità del mondo contemporaneo tradotta negli intrighi astratti delle macchie, dei segni, delle parole-colori.
L’intervista completa sulla rivista IconArt Magazine n° 03