Continua ad emergere il passato, continua a parlarci la storia.
È di due giorni fa la scoperta di alcuni ritrovamenti archeologici nelle acque di Brindisi, sul litorale nord.
Durante l’attività di ispezione della Capitaneria di Porto in prossimità di un’area già considerata ad alto valore e potenziale archeologico, coadiuvata da sommozzatori ed appropriati mezzi subacquei, sono emersi vari reperti risalenti all’epoca greco-italica.
Sono diversi frammenti di anfore – tra colli, anse, pance e piedi – che dalle analisi hanno mostrato datazioni diverse, collocando la più antica al II secolo A.C. fino ad arrivare agli anni dell’epoca tardo imperiale, e possibili manifatture anche fenicie e romane. Tra i ritrovamenti, hanno destato particolare interesse soprattutto i resti di un’anfora di Forlimpopoli, che funge da un importante tassello nella ricostruzione storica degli scambi commerciali tra l’antica città romagnola ed il Salento.
Oltre a questi cocci di vasellame, accanto alle ceramiche è emersa anche una bigotta, ossia un particolare arnese di forma sferica, senza puleggia, che, come una carrucola, si adopera nelle barche a vela, per tesare le manovre. Molto probabilmente, sempre stando alle prime analisi, la bigotta risale al Seicento.
Intanto continuano le indagini su alcuni pezzi di non ancora chiara valutazione, per i quali sono stata avanzate diverse ipotesi da accertare.
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