Con 13 titoli e 3 concerti di gala, per un totale di 474 rappresentazioni, Daniel Oren è l’artista che ha diretto il maggior numero di opere liriche nella storia dell’Arena di Verona. Un legame, quello con la città scaligera, che dura da 35 anni e che oggi lo vede nelle vesti di direttore musicale di uno dei salotti en plen air più prestigiosi. Tre mesi intensi, cinque titoli d’opera, tre eventi speciali, 51 alzate di sipario, 80 solisti da tutto il mondo… L’evento speciale “Plácido Domingo Arena 50 Anniversay Night” celebra i 50 anni dal debutto areniano del tenore spagnolo… La star della danza Roberto Bolle torna per due date all’insegna della grande danza. La terza delle serate evento sarà, infine, il prestigioso appuntamento con la musica sinfonica dei Carmina Burana di Carl Orff…
Maestro Oren, che rapporto ha con l’Arena di Verona?
Un rapporto speciale, nato nel 1984 con Tosca. Ricordo ancora la prima volta che salii sul palco… C’era Shirley Verrett, una delle più grandi voci del secolo, una cantante nera con una voce speciale… La seconda protagonista era Eva Marton, immensa. E poi un superbo Giacomo Aragall, carismatico e amatissimo… Questa è la musica… Il mio rapporto con l’Arena di Verona è una grande storia d’amore che non si esaurirà mai. Dal portiere al sovrintendente, ho sempre avuto un grande feeling con tutti… Tutti sono protagonisti…
Quali sono le principali novità di questa edizione che debutterà il 21 giugno?
I grandi artisti che finalmente tornano all’Arena. Anche per me c’è una novità: in passato dirigevo un paio di titoli, adesso invece siamo a tre con La Traviata, Carmen e Tosca, più qualche recita dell’Aida… Inoltre avremo, per il debutto, la Traviata del grande Franco Zeffirelli… con lo straordinario Plácido Domingo.
Parlando di Domingo il pensiero corre a Pavarotti…
Luciano era nato con la musica… La tecnica l’ha imparata dopo, perché senza tecnica non puoi diventare grande, ma dentro di lui c’era tutto, a partire dalla passione. E questo cerco sempre di spiegare ai giovani: io credo nei giovani, ho trascorso gran parte della mia vita professionale a scovare nuovi talenti.
Quali i suoi ricordi più belli del lungo periodo areniano?
Zeffirelli, ancora una volta. Abbiamo fatto insieme quasi tutte le prime. All’inizio Franco rifiutava con grande fermezza i nostri inviti. Poi l’ho convinto personalmente e adesso per lui l’Arena è una droga perché ne ha compreso le possibilità…
Articolo con intervista completa sulla rivista IconArt Magazine n° 07
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