L’indagatore dell’incubo incontra il maestro del brivido ed è subito “Profondo nero”, questo il titolo del nuovo volume della serie regolare di Dylan Dog di Casa Bonelli, scritto in collaborazione con Dario Argento. Uscito nelle edicole da pochi giorni, il numero 383 della serie conta una firma interessante per l’esperienza dylaniana, tanto da dare nuove ed inquietanti tinte al personaggio e al suo mondo. Niente splatter, niente lotte con mostri e fantasmi o viaggi allucinati, Dylan Dog questa volta rimane attaccato alla realtà e al verisimile e avrà a che fare con sé stesso e i suoi lati più oscuri e morbosi. Il viaggio che farà sarà introspettivo. Tutto parte dalla scomparsa di un’affascinate quanto misteriosa donna da cui Dylan Dog rimane ammaliato: una modella dalle tendenze sadomaso, sulla cui sparizione egli si getterà ad indagare. Da qui partono i conflitti interiori di Dylan, costretto a fare i conti con un passato traumatico e i desideri più nascosti, in bilico tra il lecito e l’illecito, in mezzo a sadismo e masochismo, dolore e piacere.
Ci sono voluti quindici mesi di lavorazione, incontri e scambi di idee. La penna di Dario Argento, che in questo caso ritorna alle origini ripescando nell’horror di lavori come Profondo Rosso (da cui il titolo del fumetto prende spunto) interagisce con quella di Stefano Piani, riportando ad immagini visionarie ma anche a terribili tradizioni della società inglese, come quella dei “whipping boy”, ragazzi di umili origini che, fino alla seconda metà dell’800, vivevano insieme a giovani di nobili famiglie e che venivano puniti al loro posto, quando questi ultimi compivano una cattiva azione. Una sorta di precetto educativo per i ragazzi delle famiglie aristocratiche che finiva però solo per ledere i whipping boy e non a capire dalle sofferenze altrui.
Il racconto è raccolto e guidato dalla matita di Corrado Roi, tra i disegnatori più apprezzati del team Bonelli, che con i suoi tratti evanescenti contribuisce a rendere un’ambientazione metafisica dalle atmosfere quasi atemporali e aspaziali, mentre la copertina è opera di Gigi Cavenago che vi ha impresso un inedito effetto argentato, in onore al maestro dell’horror.
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