“Provengo dal mondo del cinema nel quale il concetto di storia è sempre fondamentale per raccontare, finanziare, produrre ed eseguire quell’opera chiamata film. Per fortuna, o purtroppo, da qualche tempo la pittura ha abbandonato il concetto di storia per affascinare ed emozionare lo spettatore perdendo la necessità di raccontare e sostituendo questa storia con una sensazione molto più intuitiva che attacca il sistema nervoso e l’occhio di chi guarda l’opera”.
Jordi Mollà, attore e regista cinematografico spagnolo, con all’attivo una quarantina di pellicole internazionali … racconta così le sue due grandi passioni. Se il suo impegno davanti e dietro la macchina da presa lo ha fatto conoscere ed amare dal grande pubblico, il suo approccio con la tela è ancora un filone di nicchia, anche se Mollà ha all’attivo diverse mostre in Italia, tutte di successo. Nel 2014 ha esposto a Milano, presso la galleria Arte92, che ha accolto il suo No story, un viaggio pittorico in una storia senza storia, dove l’unico scopo era quello di emozionare lo spettatore, colpendo l’occhio di chi guarda con una ragnatela di simboli e pennellate dense…
L’anno precedente era stata la volta di Inspiring Paintings: Cortina e Roma i set che hanno visto in vetrina dodici opere ispirate ai profumi…
Mollà è poi praticamente di casa alla Nuru Gallery di Puerto Portals (isole baleari): qui l’attore espone le sue opere ispirate al mondo della pop art che, tra gli altri, hanno conquistato anche il collega Johnny Deep. Con lui ci sono i lavori di Domingo Zapata, celebre per la sua famigerata serie dei Panda, Markus Tollmann, con i suoi lavori di matrice cubista e il fotografo Jorg Wanderer. Alla Spagna è naturalmente molto legato e, nel 2017, è stato protagonista con le sue opere colorate e provocatorie, di una mostra presso gli spazi della galleria David Bardia di Madrid, leader nel settore dell’avanguardia e del contemporaneo…
Articolo con intervista completa sulla rivista IconArt Magazine n°10
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