È diventata emblematica espressione della personale forma d’arte pop dell’artista che l’ha rappresentata. La sua immagine nei contesti dell’arte ha scatenato diverse critiche ma è diventata anche l’opera più rappresentativa del suo artista. Stiamo parlando della Soup Campbell divenuta icona nell’arte di Andy Warhol, illustratore, autore, pittore, grafico, scultore, sceneggiatore, regista… insomma poliedrico artista di cui oggi ricorre l’anniversario di morte, avvenuta il 22 febbraio 1987.
Figura predominante della Pop Art, Andy Warhol con la sua prima esposizione nel 1932 della “Campbell’s Soup Cans” un’opera seriale composta da 32 tele in polimero sintetico dove erano raffigurate, in stampa serigrafica semimeccanizzata, tutte le tipologie di zuppa di barattoli della marca Campbell allora in commercio, diventa talmente popolare da essere l’artista pop americano più famoso e caro del tempo.
Attraverso quest’opera e le repliche seriali che ne derivarono negli anni successivi, Warhol rappresenta uno degli oggetti più ordinari della sua quotidianità come di quella di molti Americani. La sua tecnica di repliche multiple dello stesso soggetto con leggere variazioni di colore, l’attenzione alla forma semplice e immediatamente riconoscibile, la linearità quasi monotona di rappresentarle fa in modo le sue opere diventino luogo in cui la rappresentazione diviene più importante dell’oggetto rappresentato.
La ripetizione del tema non è come in Monet pretesto di studio, in quel caso della percezione, della luce e del colore, ma un motivo di rappresentazione dell’identità della società moderna e della sua cultura di massa. Warhol in fondo aveva una considerazione positiva della cultura moderna e le sue “soup” gli diedero l’opportunità di esprimerlo. L’astrazione a cui sottopone i “prodotti ” della società, diventati moduli identici e seriali dotati del fascino del primitismo estetico, rende suggestiva e potente l’immagine, forza che ha contribuito alla popolarità della sua arte.
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