Oggi si ricorda Antonio Lucio Vivaldi, nato il 4 marzo 1678, uno dei maggiori compositori e violinisti del periodo barocco, innovatore in quanto a stile e tecniche. Soprannominato il Prete Rosso, per il suo colore di capelli, Vivaldi scrisse oltre 450 concerti, di cui 250 solo per violino, sperimentando tutte le potenzialità espressive dello strumento ma rimanendo lungamente ignorato al pubblico proprio per questa sua spinta innovatrice. La sua fama emerge con l’interesse nei confronti di Bach, che da Vivaldi ha preso ispirazione.
Del compositore veneziano si conoscono solo 3 ritratti:
1) un ritratto-caricatura del 1723 eseguito a Roma da Pier Leone Ghezzi e recante la scritta “Il Prete Rosso Compositore di Musica che fece L’opera a Capranica del 1723”. I tratti sono un po’ più esasperati, la bocca è semiaperta, lo sguardo vivace e la testa più possente rispetto al corpo (Vivaldi era cagionevole di salute)
2) un ritratto ufficiale eseguito dall’incisore olandese François Morellon La Cave due anni dopo il Ghezzi. La rappresentazione risulta del tipo stereotipato, essendo molto probabilmente eseguita per scopi editoriali (Vivaldi stampava le sue edizioni in Olanda). Raffigura il compositore davanti ad uno scrittoio che regge con la mano destra dei fogli di spartito. questa incisione è stata da modello ad altri ritratti, alcuni dei quali molto lontani dall’originale.
3) un ritratto eseguito da anonimo sempre intorno al 1723, conservato al Conservatorio internazionale e biblioteca della musica di Bologna. Qui Vivaldi è rappresentato elegantemente abbigliato e con la parrucca sulla testa, che regge con le mani, da una parte un violino e dall’altra una penna d’oca, mentre ha dinanzi a sé un foglio di musica.
[l’immagine in evidenza riporta i 3 ritratti citati: quello del Ghezzi a sinistra, quello di Morellon La Cave al centro e quello del Conservatorio di Bologna a destra]
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