Se in questi giorni salta fuori di nuovo il nome del mafioso di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro, legato ad una curiosa intercettazione diffusa dagli organi di informazione come la Repubblica, curioso è anche il fatto che ad accompagnare l’articolo ci sia un quadro non sfuggito all’occhio attento di Armando Principe, noto mecenate d’arte e presidente della Prince Group, società di servizi d’arte.
Il quadro in questione è un ritratto del vecchio massone siciliano, un olio su tela facente parte della serie “Facce di Mafiosi” realizzata dall’artista romana attiva a New York, Flavia Mantovan, vecchia conoscenza del mecenate. L’artista infatti è uno dei talenti che Principe ha contribuito a far crescere attraverso esperienze e percorsi artistici alcuni proprio legati a quella serie di cui fa parte il quadro di Messina.
Nel 2009 “Facce di Mafiosi” è stata protagonista di un’esposizione che ha fatto da anteprima all’allora nascente Museo della Mafia di Salemi, voluto da Vittorio Sgarbi, al tempo sindaco della città siciliana, e da Oliviero Toscani, al tempo assessore alla creatività. Il museo nasceva con l’accezione di museo della memoria simbolicamente auspicante la morte della mafia e altrettanto simbolicamente la mostra della Mantovan veniva inaugurata in concomitanza della ricorrenza della Strage di Capaci.
La serie invece nasceva da un’idea dell’artista all’indomani dell’arresto di Bernardo Provenzano nel 2006. Il bisogno dell’artista di imprimere sulla tela i sentimenti generati da un tale accadimento ed i significati generali che portava con sé, ha spinto la Mantovan a dare il via a 20 dipinti raffiguranti i volti di famigerati mafiosi dopo la loro cattura, volti sfatti, invecchiati, perdenti, in contrapposizione “all’iconosfera dei nostri tempi” e confluiti nella serie. La stessa è stata poi presente anche alla 54esima Biennale di Venezia all’interno del Padiglione Italiano facendosi riflessione sulla “guerra” tra stato e mafia. Le opere rispondono ad un dichiarato intento di denuncia. Come cronaca giornalistica riportano ciò che la pittrice ha visto, ciò da cui è stata colpita e non ha potuto tacere. “Il potere mafioso che vive nascosto trova volto e viene esibito, senza paura, senza ipocrisia”.
La serie “Facce di mafiosi” è attualmente in possesso del mecenate d’arte, che preziosamente custodisce e renderà disponibile al pubblico solo in una possibile esposizione sempre accanto a manifestazioni contro la mafia che ne sapranno accogliere il coraggioso messaggio.
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