Non solo “certi amori” di Venditti “fanno dei giri immensi e poi ritornano”… in qualche caso, anche certi furti!
E’ notizia di questi giorni infatti il ritrovamento di due fogli appartenenti ad un prezioso codice miniato risalente al Trecento, trafugato dall’Archivio di Stato di Venezia, circa 22 anni fa. Il codice apparteneva alla Basilica di San Marco ed era un antifonario, ossia un volume liturgico contenente le antifone per la messa, di grande valore artistico, economico ed anche simbolico per il patrimonio culturale di Venezia.
E’ stato nel 2015 che uno stesso funzionario dell’Archivio ha individuato, tra i beni da battere all’asta da una casa d’aste londinese, delle pagine che per qualità e tipologia di esecuzione tradivano una certa tipica provenienza veneziana. Sono state pertanto aperte le indagini sui questi reperti consegnati dalla casa d’aste, indagini che si sono avvalse della completa e preziosa banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, avviando le comparazioni. A queste si sono aggiunte riproduzioni filmiche e riscontri di altri dettagli che alla fine hanno appurato l’originaria provenienza delle due pagine al codice veneziano. Essendo un volume molto grosso con oltre 300 pagine e legature in legno, l’antifonario molto probabilmente è stato smembrato dai ladri per facilitarne la vendita e aumentare i guadagni. Difatti è più rischioso vendere un volume intero che è più facilmente identificabile dall’autorità, che i singoli fogli, i quali oltretutto, venduti così, sono più remunerativi.
Confermata quindi l’illegittimità dei beni che stavano per essere venduti all’asta partendo da una stima di 8 e 10mila euro, la casa d’aste londinese ha restituito le due pagine miniate che sono così ritornate all’Archivio di Stato di Venezia. Intanto sono in corso le indagini per capire il percorso fatto da questi fogli, nella speranza che ciò possa portare alla luce anche altri dei fogli sottratti al codice.
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