All’Arengario di Monza si celebra la grande fotografia con una mostra dedicata al maggior fotoreporter del XX secolo: Robert Capa. Dal mese di ottobre fino al 27 gennaio 2019 saranno esposte al pubblico più di un centinaio di scatti in bianco e nero che documentano l’attività ed il talento di Capa.
Nella rassegna intitolata Robert Capa Retrospective si possono osservare immagini catturate durante i terribili conflitti bellici che hanno macchiato il secolo scorso e di cui Capa è stato sensibile testimone oculare, riuscendo a restituire un’immagine umanizzata della guerra di contro alla disumanizzazione dei conflitti stessi. Dalla guerra civile spagnola allo sbarco in Normadia, Capa ha documentato quelle pagine tristi della nostra storia con immagini che sono diventate vere e proprie icone di quel periodo. “Se le tue fotografie non sono buone, vuol dire che non sei abbastanza vicino” questa era la filosofia alla base della sua attività e questa è la frase adoperata dall’agenzia Magnum Photos – da lui fondata insieme a Henri Cartier-Bresson, David Seymour, George Rodger e William Vandiver – per festeggiare i 70 anni di attività.
La rassegna è divisa in 13 sezioni che raccolgono le documentazioni fotografiche di Capa dal 1936 al 1954. A queste si aggiunge una sezione speciale inedita che racconta la più romantica storia d’amore ai tempi della guerra, tra Capa – appunto – e la fotoreporter Gerda Taro, morta a soli 27 sul campo. Quando i due si incontrano, lui ha 20 anni e lei 24. Insieme partono per la guerra civile spagnola ed insieme dividono il lavoro, il successo, l’amore e gli orrori della guerra. Alla morte della donna, Capa fonderà la sua agenzia continuando i reportage ad alto rischio e piangendo il suo amore (non si sposerà mai) fino a quando anch’egli non perde la vita in Indocina a causa di una mina anti-uomo.
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