Michele Rech, in arte Zerocalcare è presente fino al 10 marzo 2019 con la sua prima personale al Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo (Maxxi), ospitata in collaborazione con l’associazione “Minimondi Eventi”… Diventato un caso editoriale sin dalla pubblicazione de “La profezia dell’armadillo”, il suo libro d’esordio datato 2011, l’autore romano ha macinato in questi anni un incredibile successo di critica e di pubblico arrivando a conquistare le attenzioni del prestigioso museo italiano.
La mostra “Scavare fossati – Nutrire coccodrilli” ruota intorno a quattro macroaree tematiche – Pop, Lotte e Resistenze, Non-Reportage, Tribù – che approfondiscono gli argomenti maggiormente affrontati dall’autore nei suoi disegni. L’allestimento è concepito evocando uno dei personaggi più presenti nelle tavole: l’Armadillo, amico fedele e consigliere fidato, che nelle storie rappresenta l’alter ego di Zerocalcare…
Il capitolo espositivo intitolato “Pop”, include illustrazioni e fumetti ispirati a storie biografiche… In questa sezione Zerocalcare dipinge lucidamente i sogni, le aspirazioni, le ansie e le frustrazioni della generazione nata negli anni Ottanta, cresciuta in bilico tra precariato e rivoluzione digitale. Si prosegue con “Lotte e Resistenze”, capitolo che include poster, locandine, illustrazioni, tavole e vignette realizzate a sostegno di iniziative politiche e sociali… Il terzo nucleo della mostra è il “Non-Reportage”, in cui trovano spazio le opere che approfondiscono fatti di cronaca nazionale e internazionale… In questa sezione sono esposte anche le tavole che raccontano l’eroica resistenza di “uomini e donne che, stretti tra le barbarie dell’Isis, la repressione della Turchia e l’ostilità dell’Iraq, stanno provando a sperimentare una società più giusta”. Da queste vignette nasce poi “Kobane Calling”, il settimo libro del fumettista risalente al 2016. Cuore della mostra, infine, è la sezione “Tribù”, che raccoglie una quarantina di tavole dedicate alla cultura punk, della quale l’autore ne rivendica orgogliosamente l’appartenenza…
Articolo completo sulla rivista IconArt Magazine n° 5
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