Oggi, 30 novembre, ricordiamo la nascita di due grandi artisti legati da un sodalizio professionale che ha dato vita a performance d’arte passate alla storia e da una storia d’amore intensa e complicata finita con la stessa passione con cui è iniziata. I due artisti, divenuti un’unica identità nella vita e nel lavoro, hanno condiviso anche il giorno di nascita, una fatalità che li ha resi ancora più inseparabili… Vediamo da vicino Marina Abramovic e Ulay:
- Lui ex ingegnere tedesco, lei artista serba si incontrano ad Amsterdam nel 1976, dando inizio ad una vita insieme fatta di arte e viaggi in giro per l’Europa.
- Il loro concetto di arte consacra il movimento artistico della performance art, con la quale utilizzano il proprio corpo per veicolare messaggi ad un pubblico di spettatori.
- Lavorano insieme 12 anni, finché non avviene la loro separazione artistica e personale attraverso una performance che diventa il lavoro ultimo capolavoro: The Lovers: The Great Wall Walk, una passeggiata di 90 giorni lungo la Muraglia Cinese, a raggiungere entrambi l’altra metà prima di abbandonarsi per sempre.
- Non si sentono più fino al 2010, quando l’Abramovic viene sorpresa, nella sua performance The artist is present al Moma di New York, dalla presenza di Ulay che, come voleva l’esibizione, si siede dinanzi all’artista ferma con gli occhi chiusi in attesa di riaprirli per comunicare tramite il silenzio con chiunque volesse sedersi dinanzi a lei. Alla vista di Ulay, l’Abramovic resta in silenzio, come da performance, mentre le lacrime le rigano il viso.
- Il 2 marzo 2020 Ulay muore. A lui è dedicata la più grande retrospettiva di sempre e la prima mostra postuma internazionale alla Stedelijk Museum di Amsterdam, dal 21 novembre 2020 fino al 18 aprile 2021.
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