Per la rubrica “A colloquio con l’Arte”, la parola è a Rosario Sprovieri, Curatore e Segretario del Mibact di Roma, a quattrocchi con l’artista siciliano Turi Sottile.
Turi Sottile, come nasce la tua passione per la pittura?
A dire la verità ho sondato tutte le arti. In Sicilia nei primi anni Cinquanta ho suonato la batteria, facevo jazz con un gruppo molto affiatato. Ho scritto anche qualche poesia che nel 1959 mi ha pubblicato la casa Editrice Stem di Messina. Ho camminato più volte sui sentieri delle vie dell’arte.
Perché poi hai scelto la strada dei colori, dei pennelli e delle tele?
Da bambino, quando avevo sei o sette anni, vicino la mia casa natale abitava un pittore anziano. …era un bravo impressionista. Io stavo sempre nel suo studio, lui mi faceva vedere come dipingeva le sue opere e mi faceva fare tante cose… poi mi regalava qualche tubetto quasi finito e quando tornavo a casa sperimentavo direttamente. Dipingevo ad “olio”, ma veramente con l’olio: quello di oliva che prendevo a mia madre…
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Quando hai iniziato a diventare anche organizzatore d’arte diventando un punto di riferimento culturale per la tua città?
Acireale, in quegli anni, non aveva presìdi culturali. Io sentivo la necessità di avere un contatto con il mondo dell’arte; per questo nel 1959 aprii una galleria: la “Triquetra”… In galleria allestivo mostre importanti, ho ospitato le grafiche di Braque, di Picasso…
Come facevi a fare questo ad Acireale?
Con una ricerca accurata, qualche buona conoscenza e in sinergia con importanti gallerie di Roma. Qualche anno dopo dovetti chiudere la “Triquetra” e pensai di organizzare una mostra annuale che dal quarto anno divenne una “Rassegna d’arte annuale”. Il bacino d’interesse si ampliò: arrivavano artisti e critici famosi da tutta Italia. Per diciotto anni Acireale ebbe un rinomato salotto culturale… Nel 1979, Achille Bonito Oliva mi propose di fare la “Transavanguardia… per la Transavanguardia il seme venne gettato in quel di Acireale il 5 novembre del 1979, quando esponemmo le opere di Sandro Chia, Enzo Cucchi, Francesco Clemente, Nicola De Maria e Mimmo Palladino.
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Fra i pittori siciliani che ti hanno preceduto o tuoi contemporanei chi ha attirato la tua attenzione?
Più di uno: il corleonese Pippo Rizzo, artista di matrice futurista poi approdato alle tematiche novecentiste sul sentiero di Carlo Carrà, il maestro Renato Guttuso, il mio amico Piero Guccione, il grande disegnatore Bruno Caruso. Una mia dedizione speciale va poi a quelle estemporanee bellissime di tante cittadine siciliane, a cui spesso partecipavamo io, Matteo Barretta e Carlo Signorelli …
Articolo ed intervista completa sulla rivista IconArt Magazine n° 09