Una recente scoperta ha svelato uno degli arcani dell’arte che da tempo avevano interessato critici ed esperti del settore restando però senza risposta. L’enigma irrisolto riguardava il famosissimo dipinto di Edward Munch “L’urlo”.
Nel 1904 infatti in occasione della mostra di Copenaghen venne fatto cenno per la prima volta alla presenza di una scritta strana che compariva sul dipinto. In alto a sinistra, sulla striscia di cielo, s’intravedeva, scritto a matita, un piccolo commento che riportava queste parole “Could only have been painted by a madman!” (“Può essere stato dipinto solo da un pazzo”). Ad una prima valutazione si ipotizzò che potesse essere stato un atto vandalico compiuto a danno del dipinto e dell’artista ma il “caso” non si chiuse con questa risoluzione.
Soprattutto in vista di un trasferimento del quadro nel Museo Nazionale della Norvegia che verrà inaugurato nel 2022 si sono intensificate analisi e ricerche che dopo anni hanno finalmente dato una risposta definitiva all’arcano.
Da come dichiarato dalla stessa curatrice del museo Mai Britt Guleng, pare che la scritta sia stata apposta dallo stesso Munch. Sembra infatti che nel 1895, due anni dopo la realizzazione della prima versione dell’opera, mostrato per la prima volta in pubblico il dipinto a Kristiana, l’odierna Oslo, si siano sollevate delle critiche e polemiche non da poco tanto che addirittura un giovane studente in medicina mise in dubbio la sanità mentale dell’autore.
In realtà è vero che Munch fu vittima di un esaurimento nervoso che lo costrinse in ospedale per un po’ e che nella famiglia non mancarono disturbi psichici, ma l’artista – da come si legge nei diari – pare sia stato profondamente amareggiato dal giudizio dato. Si è pertanto teorizzato che in seguito a queste parole abbia di suo pugno riportato quella dicitura, forse proprio mentre il quadro era in esposizione o comunque poco dopo.
La teoria è stata sufficientemente supportata da un’attenta analisi della scritta sottoposta alla tecnologia ad infrarossi e confrontata con la grafia del pittore. In essa, più chiavi di lettura: un commento ironico come risposta alla critica, una manifestazione della sua vulnerabilità e la prova del suo concetto di arte come processo continuo.