…Nella monumentale cornice di Palazzo Lanfranchi, sede del Museo Nazionale di Arte Medievale e Moderna della Basilicata, la mostra “Rinascimento visto da Sud. Matera l’Italia meridionale e il Mediterraneo tra ‘400 e ‘500”, esposizione cardine del programma culturale di Matera Capitale Europea della Cultura 2019, offre otto ricche sezioni e ben 215 opere: dipinti innanzitutto, ma anche sculture, incunaboli, cinquecentine, arazzi, manoscritti, codici miniati, tessuti, carte geografiche e di navigazione, bronzi, ceramiche, astrolabi e oreficerie.
Le opere esposte – pezzi unici concessi dai maggiori musei e dalle grandi istituzioni culturali di tutto il Mezzogiorno, delle Isole ma anche dal resto del Paese e dai grandi musei di Spagna, Francia, Germania e Portogallo – stanno lì a testimoniare l’importante ruolo giocato dal meridione al confine tra due secoli intensi come il Quattrocento e il Cinquecento… Opere, talune mai esposte prima… Tutte riunite a documentare l’originalità della declinazione meridionale del Rinascimento…
Particolare spazio è dato poi a Matera e alla Basilicata, con una serie di focus ad hoc e approfondimenti dedicati agli interventi tardo-gotici e rinascimentali sparsi sul territorio ma visibili solo in loco…
Suddivisa in sezioni, l’esposizione si apre con un approfondimento dedicato alle rotte mediterranee e alle dinastie regnanti, esemplificate da preziosi ritratti, come quello di Alfonso di Aragona, in prestito dal Museo Jacquemart-André di Parigi, o l’Incoronazione di Ferrante d’Aragona di Benedetto da Maiano, proveniente dal Museo del Bargello di Firenze. La seconda sezione si focalizza sulle istanze del gotico internazionale, declinate da alcuni artisti che operavano al Sud Italia, mentre la terza entra nel vivo del tema messo in risalto dalla mostra, descrivendo il Rinascimento meridionale in rapporto a quello dell’intera penisola e stabilendo un confronto tra Napoli, capitale dell’omonimo regno, i porti iberici e provenzali, le Fiandre e altri grandi centri artistici e culturali quali Firenze e Roma, ma anche Venezia e l’Oriente.
Tra i capolavori in esposizione, spiccano infine la “Annunciata” di Antonello da Messina, la meravigliosa “Testa di cavallo” di Donatello e il disegno preparatorio della “Madonna del pesce” di Raffaello, accanto ad altre opere di grandissimo valore quali “San Gerolamo nello studio” di Colantonio, la “Santa Eufemia” del Mantegna, il busto di Carlo V realizzato dal Montorsoli. La presenza di artisti appartenenti alla scuola fiamminga, come Jan van Eyck, e della penisola iberica, come Jacomart, costituisce l’ulteriore testimonianza dei proficui dialoghi trasversali che si sono innescati in un periodo di scambi culturali floridi e costanti, dove il Sud fungeva da fulcro attrattore.
Articolo completo sulla rivista IconArt Magazine n° 08