Grazie alla vittoria di Elio Germano dell’Orso d’Argento alla recente Berlinale per l’interpretazione nel film “Volevo nascondermi” si è ridestata l’attenzione pubblica sulla vita e le opere di uno dei maggiori e più singolari artisti del XX secolo, Antonio Ligabue.
Sulla scia, il prossimo 2 aprile si aprirà una mostra proprio dedicata all’artista naïf organizzata presso il cinquecentesco Palazzo Tarasconi di Parma, nell’ambito del ricco calendario di eventi previsti in seno a Parma 2020 Capitale Italiana della Cultura.
La mostra dal titolo “Antonio Ligabue, dare voce alla natura”, che conta 72 dipinti e 4 sculture, vuole essere non solo un viaggio nell’immaginario creativo ed intimistico dell’artista ma anche un’attestazione della continuità della sua lezione nel contemporaneo.
Infatti il percorso espositivo, che si fonda su un’armonizzazione di pittura e scultura, prevede una sezione relativa agli autoritratti in cui è possibile rintracciare e leggere sui segni del volto, tutto il disagio, l’angoscia ed il distacco dal mondo esterno provato dall’artista.
Segue poi un nucleo rilevante che è quello che mette in evidenza l’attenzione di Ligabue verso il mondo naturale e soprattutto animale, che diventa luogo di simbolismi e corrispondenze con l’essere profondo dell’artista. Di questo filone fanno parte sia opere del quotidiano in cui venivano rappresentate scene di vita agreste o di vita nei campi sia quelle che si riferiscono alla natura più selvaggia e ferina con rappresentazioni di tigri, leoni, leopardi, iene che l’artista prima studiava sui libri e poi dipingeva immedesimandosi nelle movenze e negli atteggiamenti.
Alle opere di Ligabue va aggiunta infine una sezione con 15 sculture di grandi dimensioni dell’artista contemporaneo Michele Vitaloni, esponente di spicco della Wildlife Art e dell’Iperrealismo scultoreo, che condivide con Ligabue l’attrazione per la figura animale e l’innato istinto selvatico che domina il loro essere ed in cui entrambi gli artisti rintracciano l’aspetto più selvaggio della natura umana.
La mostra sarà visitabile fino al 27 dicembre 2020. Tra i curatori anche il noto critico Vittorio Sgarbi che ricordiamo sarà a Salerno presso il Complesso Monumentale di San Giovanni Battista a Cava de’ Tirreni (Sa) il prossimo 17 marzo in occasione della seconda edizione della Biennale Internazionale del Tirreno a cura dell’Art Curator Veronica Nicoli, in collaborazione con la Prince Group di Armando Principe.