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Alla fiera Scope New York 2020, per gli artisti della Prince Art Gallery la promozione passa anche attraverso l’inserto Art & Investment

Febbraio 24, 2020 by Lascia un commento

Una grande novità accompagna la partecipazione degli artisti della Prince Art Gallery a Scope New York 2020. La prossima tappa della fiera Scope Art Show, potente polo attrattivo per artisti e gallerie di tutto il mondo, si tiene dal 5 all’8 marzo all’interno del Metropolitan Pavilion di New York.

Questa è considerata una delle più avanguardistiche piattaforme di incontro, condivisione e mercato dell’arte contemporanea, nonché profittevole vetrina per i talenti emergenti e centro propulsore di nuove tendenze. Proprio per questo motivo, il presidente Armando Principe ha pensato di sostare in terra newyorkese dotando gli artisti di un ulteriore valido strumento che possa contribuire alla promozione e alla vendita della loro arte.

Oltre infatti ad immettere sul mercato fieristico opere di artisti che si distinguono per linguaggi contemporanei e curricula dall’ampio respiro internazionale, a veicolare l’arte emergente tramite pubblicità e recensioni critiche della sezione Note d’Arte nella rivista IconArt Magazine per l’occasione in una speciale english edition, vedrà la sua prima apparizione anche l’esclusivo inserto IconArt N.Y. | Special Insert: Art & Investment.

Appendice della rivista, l’inserto è destinato ad accogliere artisti già in possesso di Quotazione Ufficiale e quindi dal qualificato interesse nel mercato dell’arte per collezionisti ed appassionati. Gli artisti vengono promossi attraverso una pagina in cui evidente sarà l’immagine dell’opera quotata, accompagnata da relativa stima e contatti dell’artista.

Distribuiti, rivista ed inserto insieme, gratuitamente, a tutti i collezionisti, galleristi e amanti dell’arte provenienti da ogni angolo del mondo, IconArt N.Y. | Special Insert: Art & Investment permetterà agli artisti selezionati di avere una visibilità ampia ed internazionale. Molti sono quelli che hanno già aderito all’iniziativa, approfittando di questa proficua opportunità di varcare i confini europei e sondare i gusti e le preferenze dei mercati nordamericani, e non solo, dell’arte. Sono artisti che hanno già un percorso solido ed ufficiale accanto ad Armando Principe e alla Prince Group ed altri che invece lo stanno intraprendendo iniziando col saldare la propria arte nel mercato attraverso il servizio di battuta d’asta.

Nello specifico gli artisti presenti nell’inserto sono: Arma, Sabrina Bertolelli, Fabio Bonini, Roberta Bruno, Alex Caminiti, Nicoletta Cantore, Alessandra Casciotti, Biagio Cerbone, Giancarlo Ciccozzi, Rosanna Cordaz, Giuseppina Corradi, Cecilia Corso, Chiara Giorgi, Manuela Inserra, Paola Iotti, Giovanna Itria, Miranda Kalefi, Liliia Kaluzhyna, Morena lanari, Isabelle Lamaitre, Francesco Loliva, Katia Longoni, Agnieszka Wioletta Meler, Antonietta Morena, Annachiara Musella, Paola Augusta Pettini, Vincenzo Piatto, Rovi, Ennio Rutigliano, Simonetta Sabatini, Gianluca Serri, Maruska Sessa, Domenico Sorrentino, Maria Adelaide Stortiglione, Giusy Tafarella, Amalia Testa, Anna Tozzi, Caterina Valleri.

L’esordio dell’inserto a New York permetterà inoltre di studiare le preferenze dei collezionisti ed orientarsi nella selezione dei possibili artisti espositori per un’eventuale partecipazione alla prossima edizione della fiera.

Scopri qui come entrare in IconArt N.Y. | Special Insert: Art & Investment

Accanto a Trenta Ore per la Vita a favore dell’AISM

Dicembre 17, 2019 by Lascia un commento

Dalla Biennale del Tirreno 2018 ad oggi continua e si consolida sempre di più la collaborazione tra la Prince Art Gallery di Armando Principe e Trenta Ore per la Vita dove arte e solidarietà si uniscono per contribuire a sostenere progetti a favore della ricerca.

Dopo il primo incontro si è infatti avviato un percorso che ha visto iniziative in comunione che contano aste di beneficenza ed eventi di solidarietà.

L’esposizione internazionale della Biennale del Tirreno ne ha dato pertanto il via in quanto, dominato dal tema di “Amore e Solidarietà”, si decise in quell’occasione di destinare uno spazio importante proprio alla beneficenza, organizzando un’asta con i proventi da devolvere a “Trenta ore per vita”, che conta tra i suoi soci fondatori anche il volto noto della tv, Lorella Cuccarini. Poi a maggio l’organizzazione di una cena-evento esclusiva presso Isola Verde Restaurant di Pontecagnano Faiano (SA) alla presenza sempre di Lorella Cuccarini, con asta di beneficenza a favore del progetto “Sclerosi Multipla: Giovani mamme e bambini”, promosso dall’Associazione Trenta Ore per la Vita con AISM – Associazione Italiana Sclerosi Multipla, che ha riscosso grande successo. Fino ad arrivare poi a ieri, 16 dicembre, giornata destinata da Trenta Ore per la Vita ad un’asta di beneficenza, in collaborazione con UniCredit e sempre a favore del progetto “Sclerosi Multipla: Giovani mamme e bambini”, dove Armando Principe ha avuto l’onore di presenziare quale banditore ufficiale.

L’asta si è svolta presso il prestigioso Palazzo dell’UniCredit a Roma e ha visto l’interesse degli astanti essere rafforzato anche dall’intervento e la partecipazione di volti noti dello spettacolo che hanno espresso un pensiero a sostegno del progetto. Accanto a Principe sono quindi intervenuti l’attrice Ilaria Spada, la famosa personal trainer Jill Cooper, la conduttrice e autrice televisiva Francesca Romana Barberini e i comici Dado e Massimo Bagnato.

Presenti anche Rosario Sprovieri segretario della CISL al MIBACT di Roma, Critico e Curatore d’Arte e Veronica Nicoli, Art Curator.

Una giornata all’insegna della solidarietà che si è naturalmente conclusa con l’immancabile intervento di Lorella Cuccarini e con la soddisfazione di tutti per i proventi raccolti ed in primis di Armando Principe, per aver contribuito in prima persona al sostegno di questa importante causa solidale.

All’asta il “Pope” di Francis Bacon del 1958

Ottobre 29, 2019 by Lascia un commento

Alla prossima asta di Sotheby’s che si terrà il 14 novembre 2019 ci sarà anche un prezioso dipinto di Francis Bacon, uno dei pochi superstiti della serie Tangier Paintings.

Si tratta del “Pope” del 1958 dipinto quando il pittore irlandese aprì ad un periodo di viaggi frequenti in Marocco in seguito al trasferimento del compagno Peter Lacy. Convinto di una trovare una maggiore tolleranza rispetto all’Europa verso l’omosessualità, Lacy decise intorno alla metà degli anni ’50 di andarsene a Tangeri costringendo Bacon a continui spostamenti.

Questi furono comunque anni molto proliferi per l’artista ma anche molto tormentati e sofferenti. Se infatti rappresentavano le prime esperienze fuori dall’Europa e l’illusione di una nuova vita col compagno, non accolsero gli entusiasmi iniziali in quanto la relazione risultò difficile e violenta tanto da indurre l’artista poi a distruggere gran parte della produzione che ne alimentavano il ricordo.

Dalla rabbia distruttrice si salvarono solo sei quadri, cinque dei quali Bacon li regalò all’artista Nicolas Brusilowsky con l’intento che ne potesse riutilizzare le tele, cosa che però non fece, conservandoli fino a quando non entrarono a far parte di collezioni private in giro nel mondo.

Il Pope in questione è un esemplare comprato dalla collezionista Olga H. Knoepke nel 1967 e donato nel 1981 al Museo di Brooklyn. L’asta è proprio frutto di una collaborazione con la famosa casa d’aste inglese ed il museo.

Il quadro racconta tutto il disagio del periodo marocchino. Questo come gli altri Pope dell’epoca infatti raccolgono l’angoscia dell’artista per la tormentata relazione e le sue riflessioni sul tema della condizione umana, espressi attraverso l’isolamento delle figure in fondi vuoti ed oscuri ed intrappolando i soggetti in sorte di gabbie mediate dallo stile di Giacometti. Mantenendo in sé tutti questi tratti distintivi, il Pope del 1958 sembra partire da una stima d’asta che va dai 6 agli 8 milioni di dollari, già superiore ai 5,4 milioni di dollari aggiudicatisi un altro Pope, postumo a questo, intitolato “Pope – Study for a Head”, venduto nelle precedente asta di maggio.

[nell’immagine in evidenza: Francis Bacon -“Pope”- 1958 – particolare; fonte: artnet]

Venduta all’asta il revolver del suicidio (o presunto tale) di Van Gogh

Giugno 20, 2019 by Lascia un commento

È stata ieri, 19 giugno 2019, venduta all’asta la presunta arma che il pittore olandese Vincent Van Gogh usò per togliersi la vita, tentando il suicidio. Da una stima che si aggirava tra 40 mila e 60 mila euro, con un valore di partenza di 20 mila euro, il cimelio è stato venduto, per telefono, durante l’asta a Parigi all’Hotel Drouot, per 162.500 euro ad un estimatore di cui si ignora l’identità.

La triste vicenda legata al famoso pittore si sarebbe svolta il 27 luglio 1890. Dopo due anni in cui Van Gogh aveva risieduto nel sud della Francia, dietro consiglio del fratello si trasferì ad Auvers-sur-Oise, sotto anche tutela del medico Paul-Ferdinand Gachet, a causa delle continue crisi a cui l’artista andava incontro. Alloggiò presso la locanda di Arthur Ravoux, dove, chiuso nella sua stanza, dipinse un numero notevole di quadri, più di uno al giorno! Sembra che un giorno si sia recato in un campo che era nelle vicinanze dell’alloggio e qui avesse tentato l’estremo gesto sparandosi con un revolver Lefaucheux (anche se qualcuno ipotizza che il colpo accidentale sia invece da addebitare ad alcuni giovani che giocavano con l’arma). Ferito al petto, pare avesse perso i sensi per un po’ e poi rinvenuto si fosse recato alla locanda dove nonostante le cure del medico, dopo un’agonia di due giorni, morì. La pistola lasciata sul campo, deve essere rimasta vittima delle intemperie e del tempo, finendo sepolta nel terreno fino a quando non venne ritrovata nel 1960 e portata a conoscenza di tutti.

Benché arrugginita, l’emblematico valore che reca con sé ha fatto sì che nel 2016 restasse in esposizione al Museo Van Gogh di Amsterdam e che suscitasse l’interesse di musei, collezionisti e appassionati durante l’asta di ieri.

Alla serata d’arte a favore di Trenta Ore per la Vita, anche la prima novità musicale prodotta da Prince Group

Maggio 23, 2019 by Lascia un commento

La produzione in campo musicale si arricchisce di una gran bella novità!

Il musicista Max Baldino, conosciuto come sassofonista della band Quisisona protagonista in diverse jam session accanto ad artisti di fama internazionale come Michael Bublè, Beyoncé e Craig David, con la Prince Group di Armando Principe ha prodotto un nuovo cd musicale, in cui emerge tutta la forza e l’intensità vibrante di quei suoni eleganti, caldi ed avvolgenti, capaci di trascinare il pubblico in un vortice di emozioni.

Sono 11 brani scelti tra le più belle melodie italiane, arrangiate in ambientazione lounge.

Il cd sarà presentato in anteprima ed in esclusiva, accompagnato da una performance musicale di Baldino, alla cena con asta di beneficenza a favore del progetto “Sclerosi Multipla: Giovani mamme e bambini”, promosso dall’Associazione Trenta Ore per la Vita con AISM – Associazione Italiana Sclerosi Multipla ed in collaborazione con l’Associazione ArtetrA e Prince Art Casa d’Aste.

Una piacevole serata, che si svolgerà il giorno 24 maggio 2019, presso Isola Verde Restaurant di Pontecagnano Faiano (SA), in un evento esclusivo alla presenza anche di Lorella Cuccarini, testimonial dell’associazione.

Durante la serata sarà bandita un’asta a scopo beneﬁco con opere d’arte contemporanea, donate dal folto pubblico di artisti attenti alla causa solidale. All’asta sarà messa anche un’opera che Baldino realizzerà in estemporanea, a fine performance musicale, in un’originale sperimentazione di suoni e segni, dove le arti si fondono per appartenere ad un unico mondo e ricondurre ad un’unica intima atmosfera.

Il ricavato dell’asta, insieme a quello del cd, che sarà anch’esso messo in vendita durante la serata, andranno a contribuire alla realizzazione del progetto di Trenta Ore per la Vita volto a creare una rete di protezione e sostegno a giovani donne e mamme con SM, in 50 città italiane, composta da un’équipe di psicologi, legali, professionisti e volontari.

Carlo Collodi all’asta!… E la Fondazione Nazionale Carlo Collodi si aggiudica l’opera del macchiaiolo Holländer

Marzo 20, 2019 by Lascia un commento

Non solo un grande pregio artistico ma anche un’inestimabile valore culturale ha caratterizzato la battuta d’asta del mese scorso, svoltasi presso la casa d’aste Gonnelli di Firenze. Tra le opere battute, sono confluiti anche due pezzi riguardanti il famoso scrittore toscano Carlo Lorenzini, meglio conosciuto col nome di Carlo Collodi, autore del celeberrimo classico per l’infanzia, “Le Avventure di Pinocchio”, opera intramontabile e conosciuta in tutto il mondo.

Il grande clamore, negli ambienti culturali ed artistici, sollevato attorno a quest’asta è dovuto al fatto che una delle due opere in questione sia stata una prima edizione dell’opera collodiana illustrata da E. Mazzanti e risalente al 1883.

Attualmente di questa edizione esistono solo due altre copie originali, custodite nella Biblioteca Collodiana, curata dalla Fondazione Nazionale Carlo Collodi (FNCC), ente che si occupa della promozione e della tutela dello scrittore e di tutta la sua produzione artistica. Un volume pregiato tra i più rari dell’Ottocento italiano che pare sia stato acquistato – a 17.000 € – da un imprenditore americano.

L’altra opera di riferimento collodiano battuta all’asta è stata invece un olio su tela di cm 17,8 x 11, raffigurante il volto di Carlo Collodi, attribuito al pittore Alfonso Holländer. L’opera è databile 1887 e riporta una pecetta in carta con la seguente dicitura: “Regalo dell’amico Alfonso Hollaender fatto a Siena la stazione estiva […] 1887.” Molto probabilmente questo appunto è ad opera di Carlo Collodi, scritto qualche anno dopo la pubblicazione del suo capolavoro.

Alfonso Holländer – Ritratto di Carlo Collodi – 1887- [particolare della pecetta] – concessione FNCC

Difatti il pittore tedesco nutrì un grande amore per l’Italia, paese da lui conosciuto in seguito all’imperversare della guerra franco-prussiana che lo portò lontano dalla sua patria. In Italia si stabilì proprio a Firenze, entrando a contatto con i Macchiaioli, della cui cerchia fece parte, trovando la stima artistica di Lega e Segantini. Luoghi, atmosfere e volti hanno affascinato l’artista confluendo in rappresentazioni di paesaggi marini, ritratti, scene di vita quotidiana principalmente ambientati nelle campagne toscane ma anche a Venezia e Milano, altri posti interessati dal lavoro di Holländer.

Chi fosse stato ad acquistare il dipinto in questione non era stato finora reso noto, ma oggi la FNCC fa sapere, attraverso comunicato ufficiale, che la preziosa opera è andata ad ampliare l’immensa collezione che essa accresce e custodisce e che riguarda lo scrittore e tutto il suo portato culturale.

Banksy e l’opera “tritata”

Ottobre 8, 2018 by Lascia un commento

L’arte provocatoria di Banksy continua a stupire e a rendere il misterioso artista, di cui si ignora l’identità, sempre più popolare. E’ di venerdì scorso l’ultima performance dell’artista, particolarmente chiacchierata per la sua eccezionalità.

A Londra, durante l’asta serale di arte contemporanea di Sotheby’s, si era giunti all’ultima opera da battere: La bambina con palloncino di Banksy, opera icona dell’artista, originariamente murales londinese del 2002. Appena battuto il martelletto che dichiarava l’opera venduta per oltre un milione di euro, è suonata all’improvviso una sirena e la tela è scivolata da sotto la cornice, tritata per metà come fosse all’interno di un trita-documenti. La scena ripresa col cellulare è comparsa sull’Instagram dell’artista, accompagnata dalla citazione picassiana “The urge to destroy is also a creative urge” (la voglia di distruggere è anche un impulso creativo). Ancora un atto di contestazione nei confronti della mercificazione dell’arte che è invece per lo street artist impegno sociale e politico. A seguito della rivendicazione della distruzione della sua opera, Banksy ha pubblicato anche un video che spiega il meccanismo dell’autodistruzione. In questo filmato si vede un Banksy incappucciato che installa un congegno occulto simile ad un tritacarte, all’interno della cornice del quadro, che si sarebbe attivato nel momento in cui sarebbe finito all’asta… Così spiegavano le didascalie che accompagnavano il video. E così è stato!

Secondo alcuni estimatori ed esperti, comunque, l’estremo atto di contestazione potrebbe sortire l’effetto di rendere ancora più alta la stima dell’opera, in quanto la tela in sé è divenuta ulteriormente anche soggetto di una delle più grandi provocazioni finora fatte nei confronti del mercato dell’arte.

Banksy - "La bambina col palloncino" - autodistruzione [foto da IlPost] — Banksy – “La bambina col palloncino” – autodistruzione [foto da IlPost]

Sotheby’s batte all’asta la collezione privata di Robin Williams

Ottobre 4, 2018 by Lascia un commento

La famosa casa d’aste inglese Sotheby’s terrà oggi 4 ottobre 2018, a New York, una grande asta intitolata “Creating a Stage: The Collection of Marsha and Robin Williams” in memoria di uno degli attori più amati, interprete di pellicole storiche e celeberrime come “L’attimo fuggente”. Con questa asta si scopre un po’ più a fondo la vita privata e personale di Robin Williams, morto suicida quattro anni fa in seguito alla scoperta di soffrire di una malattia neurodegenerativa.

Tanti erano gli interessi di questo attore amatissimo in tutto il mondo, tra cui la passione per il collezionismo e l’arte contemporanea, che condivideva con la sua seconda ex moglie, Marsha Garces, produttrice cinematografica e filantropa. All’asta vengono battute quindi opere che spaziano in diversi campi e che testimoniano le carriere della coppia. A catalogo sono cimeli cinematografici e di intrattenimento, come ad esempio dei copioni autografati, premi, oggetti e vestiti di scena, opere di arte contemporanea di artisti come Niki de Saint-Phalle, Banksy, Shapard Fairey, Invader, oltre 40 orologi della collezione personale di Williams, biciclette ed altri cimeli sportivi, oggetti d’arredo e decorativi.

Si va da pezzi considerati da migliaia di dollari come la maglietta che l’attore indossò agli Oscar del 2000, quando sul palco cantò la canzone candidata ai “Blame Canada” della cantante Mary Kay poco tempo prima morta suicida, a opere d’arte di notevole valore come l’ “Happy Choppers” di Banksy stimato anche 600mila dollari!

Inoltre per tutti gli appassionati dell’attore e della sua carriera ci sono cimeli preziosissimi hollywoodiani da collezione come il mantello e la spada di scena di “Hook – Capitan Uncino”, film di Spielberg del 1991 dove Williams interpretava Peter Pan, oppure il sassofono suonato nel film “Mosca sull’Hudson” del 1984 o ancora un poster del gruppo comico Fratelli Marx, autografato da Spielberg e donato all’attore come pensiero di compleanno.

Infine, non trascurando l’aspetto filantropico appartenuto alla coppia, parte dei proventi che verranno ricavati dall’asta saranno devoluti alle associazioni benefiche sostenute in vita da Robin Williams insieme a Marsha Garces.