Tele spalmate, raschiate, graffiate. Affacci sull’indefinito, un eterno guardare, finestre dentro universi multipli della luce e dell’ombra, punti di fuga fatti di smalto, acrilici, oli, stucchi plastici, metalli. Miscelare, comprimere per poi esplodere come nella vita, perché è così la vita. L’arte di Paolo Graziani sta tutta nel gesto, nella matericità dell’atto e della composizione strumentale che si fa funzione di una storia, mettendo l’osservatore di fronte a orizzonti, a tunnel mentali, dinanzi ad altri osservatori fissati sulla tela e parte integrante della ricerca, come in “Un faro nella notte”, “Main Road (strada principale)”, “L’origine del mondo: la luce diventa materia”, “Finestra aperta la speranza (apri il cuore e la luce riempie l’animo)”, “Disuso1” e “Disuso2”, “Alba dell’uomo lettera H (….Human)” e, forse più di tutte, “Voci che mi porto dentro”.
[…] La mia espressione artistica è materica e nasce dalla proiezione di quel sentimento paterno che attraversa il tempo, perché desidero che anche una texture animata e lavorata possa arricchire e completare il racconto, nella sua unica finalità, il desiderio di rappresentare ciò che rimane scolpito nell’animo quando si chiudono gli occhi, sfumature che mi portano all’essenza […] […] Discepolo e amante delle avanguardie, vicino ai movimenti impressionisti ed espressionisti per l’uso del colore, all’arte concettuale per l’importanza del messaggio, trova nella Natura il motivo di maggiore ispirazione. «I miei quadri raccontano di questa incessante ricerca e cammino verso la Luce – dice – Viviamo periodi di grande smarrimento. La vita è un dono. Dolcezza, delicatezza, sensibilità sono gli ingredienti per affrontare al meglio anche gli ostacoli. In questo porsi non ci sentiamo più soli, ci sentiamo supportati, amati, il Creatore è accanto a noi e affrontiamo con serenità ogni cosa». […]Articolo completo sulla rivista IconArt Magazine n° 21