Come risaputo, questo è l’anno dedicato al grande genio rinascimentale, Leonardo da Vinci, di cui si celebrano i 500 anni dalla sua morte, con tante iniziative in tutto il mondo. In questo contesto, all’interno del programma Milano e Leonardo 500, inizia oggi a Milano, presso la Fondazione Stelline, la grande mostra internazionale “L’Ultima Cena dopo Leonardo” che vede 6 artisti di fama mondiale reinterpretare uno dei più grandi capolavori leonardeschi.
La mostra è un omaggio alla contemporaneità di Leonardo a partire proprio dall’iconicità e sacralità – potremmo dire universale – del Cenacolo. Contemporaneità espressa nel pensiero e nel lavoro dell’artista, considerato in tutti i tempi geniale e poliedrico, che permette ancora oggi di trovare spunti e riferimenti per sviluppare nuovi linguaggi espressivi e coniugare la lezione del classico con l’innovazione creativo-artistica dei nostri tempi.
Gli artisti chiamati a dialogare con la grande opera di Leonardo sono: Anish Kapoor, Robert Longo, Masbedo, Nicola Samorì, Wang Guangyi, Yue Minjun. Insieme permettono anche un confronto fra culture diverse, tra Occidente e Oriente. Ognuno di questi artisti ha portato una propria personale interpretazione secondo stili, logiche e diverse dinamiche relazionali intrecciate con l’eclettica figura del genio fiorentino.
Anish Kapoor è difatti l’artista che più è vicino all’indagine leonardesca della forma tra scienza e arte; l’americano Robert Longo è invece improntato ad una rilettura dei capolavori del passato in chiave contemporanea; anche Nicola Samorì parte dai classici del passato per dar loro nuovi significati alla luce del concetto di “morte biologica della pittura”; il duo artistico Masbedo punta l’attenzione sulla figura di Pinin Brambilla Barcilon, la restauratrice che ha salvato L’Ultima Cena con un lavoro ininterrotto di restauro durato 22 anni; il lavoro di Yue Minjun si appunta sullo stato di vaghezza cognitiva generata dall’impenetrabilità dell’immagine sacra; Wang Guangyi in ultimo ha unito iconografia leonardesca, paesaggio e tecnica pittorica della tradizione cinese (Wu Lou Hen) in un grande polittico realizzato in Cina ed esposto per la prima volta in Occidente.
La mostra è visitabile fino al 30 giugno 2019. Maggiori informazioni sul sito di Fondazione Stelline