Una esposizione simile l’ha concettualizzata e addensata Giovanni Cancellaro, in arte Giovà, maestro d’arte in quel di Padula, terra di pietra bianca e storia millenaria. Scultore, pittore, designer, lavora la materia con l’impasto della Storia e della religione, umano e divino. A dicembre è esposta un’opera dalle misure bibliche, in occasione del Premio Icon Art 2021 alla Stazione marittima di Salerno. Divenuto polo culturale, la famosa conchiglia ospiterà la Genesi di Giovà. Il creativo padulese, oltre a portare la sua opera “Il primo ciak” – un televisore svuotato, trafitto da bobine e obiettivi cinematografici, al cui interno un’auto rudimentale scivola su una superficie curvilinea (rivisitazione dei personaggi inventati dalla Hanna-Barbera Production, The Flistones) – porterà in scena la “Creazione secondo la Genesi”. Sette tavole, sette tele, per una lunghezza di 10,50 metri. Sono i sette giorni della nascita del mondo.
[…] Giovà non configura solamente un mastodontico mix tra scultura e pittura, ma ne fa anche un oggetto di studio antropologico-linguistico, scegliendo come matrice l’aramaico antico, il sinaitico, quella lingua che, come ricorda Giovà, parlava lo stesso Mosè. […] «Ho utilizzato colori naturali e acrilici, mischiandoli – ripete lo scultore – A completare il tutto è l’acqua che scioglie i colori stessi e gli dà quella vita che l’artista usa per stendere il colore sulla tavola. Tutto questo ha a che fare con la genesi e con la creazione. Ho trattato un tema nel tema. Dalla creazione nascono i colori. E i colori dunque sono parte di un atto divino. Insomma, più elementi concorrono a dare significato all’opera. Sul piano didattico è primigenia perché, anche in un contesto scolastico, la tavola sintetizza la creazione secondo la Genesi in modo pedagogico. Rispetto per l’ambiente, per i valori e la tradizione, sono alla base del mio progetto. Ho cercato di disegnare il messaggio di Dio. L’uomo dovrebbe rispettare l’uomo e il mondo. Quale augurio migliore in questi tempi difficili?». […]Articolo completo sulla rivista IconArt Magazine n° 22