Oggi si ricorda l’artista Édouard Manet, pittore francese di fama mondiale morto di sifilide il 30 aprile 1883. Raffinato e rivoluzionario, d’impronta impressionista, Manet in realtà si è sempre considerato lontano dalla cerchia degli Impressionisti. Ripercorriamo in breve vita e carriera…
- Appassionato d’arte fin da piccolo, Manet viene dapprima ostacolato dai genitori nel seguire gli studi di pittura per poi riuscire a convincerli e andare a bottega dal pittore Thomas Couture. Ben presto abbandona l’atelier per incompatibilità di stile con il maestro, da lui considerato troppo accademico.
- Viaggia in Olanda, Italia, Austria e Germania rimanendo affascinato dagli stili di Giorgione, Tiziano, Velazquez, Goya e i pittori olandesi del 600, ma facendosi anche influenzare dalla cultura orientale, in particolare dall’arte delle stampe giapponesi.
- Studia poi all’Accademie, dove conosce artisti e letterati importanti, mentre l’amicizia con la pittrice Berthe Morisot, sua musa ispiratrice e modella, lo porta a frequentare gli artisti impressionisti, con i quali però non esporrà mai e dai quali si distingue nello stile per l’uso del nero.
- Grazie ad una cospicua eredità alla morte del padre, conduce una vita agiata dedicandosi alla realizzazione delle sue opere divenute più famose, tra cui “Le déjeuner sur l’herbe”, giudicata scandalosa e fonte di numerose polemiche. Stessa sorte per l’ “Olympia”, dipinto esposto al Salon del 1865. Fu l’amico e scrittore Emile Zola a difenderlo dalle critiche mosse al quadro.
- Dal 1881 comincia ad ottenere i primi riconoscimenti dal suo paese, ma nel 1883 in seguito all’aggravarsi delle sue condizioni di salute dopo aver contratto la sifilide e subito l’amputazione del piede sinistro, muore dopo una lunga agonia all’età di 51 anni.